Abbiamo ricevuto e pubblichiamo una replica del sindaco di Cefalù al suo collega di Lascari, Giuseppe Abbate, che ha scoperto un patrimonio immobiliare del comune cefaludese, ad oggi ignorato, pari a otto ettari e mezzo di superficie.
La massa debitoria del comune di Cefalù, accertata a seguito della procedura di dissesto, è pari a circa 15 milioni di euro, di cui si prevede il pagamento tramite accordi transattivi, nella misura del 50% del valore capitale, mediante l’impiego di risorse ottenute dal recupero dei crediti ancora da esigere, e con l’eventuale accensione di un mutuo, senza dismissione alcuna di patrimonio comunale. La proprietà fondiaria catastalmente intestata al disciolto E.C.A. è costituita da appezzamenti di terreno agricolo, posti a monte della circonvallazione, area che il Servizio PRG del Comune, già nell’anno 2000, giudicava scarsamente idonea all’insediamento di interventi di edilizia sovvenzionata, per la “…evidente morfologia a forte acclività, adattabile con alti costi per urbanizzazione indotta”.
Volendo, immaginare, in ragione della particolare allocazione, un valore commerciale sensibilmente superiore a quello, invero assai modesto, risultante, per la zona di Cefalù, dai dati pubblicati sul bollettino dell’Agenzia delle Entrate, il ricavato della vendita potrebbe portare alle casse del Comune poche centinaia di migliaia di euro.
Una cifra che mai “avrebbe potuto evitare il dissesto finanziario del comune normanno , considerato anche che beni ben più appetibili e di più certo ed immediato rendimento sono rimasti invenduti, nonostante i vari tentativi portati avanti dagli Uffici.
Effetto parzialmente diverso potrebbe comportare una trasformazione dell’area in zona edificabile, procedura che, a prescindere da chi risulti il proprietario, necessita di una valutazione assai ponderata, in relazione alle scelte di espansione urbanistica, all’interno del nuovo PRG.
Di contro, non sembra di particolare rilievo l’argomentazione posta da chi fa notare che il Comune ha consentito l’edificazione di edifici di edilizia sovvenzionata in aree agricole private, giacché ciò è espressamente previsto dalla norma regionale che, in mancanza di aree destinate all’edilizia popolare o altre aree di espansione, considera utili allo scopo le “ zone destinate a verde agricolo contigue ad insediamenti abitativi e suscettibili di immediata urbanizzazione “. Requisito evidentemente posseduto da quelle aree sulle quali taluni soggetti privati hanno proposto gli insediamenti di edilizia sovvenzionata.
Il futuro delle zone collinari di Cefalù non può che essere deciso se non in un quadro di generale programmazione del territorio, e non può certo essere determinato da ragioni di carattere prettamente speculativo, foss’anche l’Ente stesso a trarne utilità in termini di guadagno pecuniario, se da ciò può di contro derivare un detrimento del territorio.
Quanto all’interessamento alla vicenda del Sindaco del Comune di Lascari, mi sia permesso giudicarlo un po’ improprio, se non nei modi.
Il Dottore Abbate, forse facendosi carico della responsabilità di ciò che non ha portato a compimento quando da amministratore di Cefalù vi era tenuto, ha ritenuto corretto, piuttosto che discutere del suo amorevole interesse per le sorti della Città con chi in atto la amministra, di “investire l’informazione della scoperta”; una scoperta che tuttavia, proprio per Lui, è vecchia di dodici anni, perché, come afferma, è nel lontano 2005 che ne è venuto a conoscenza.
Il caso ha voluto che della questione si ricordasse proprio ora, nella primavera elettorale del 2017, attraverso una fortuita ricerca fondiaria in quel di Salinelle.
Siamo grati al Dottore Abbate, Sindaco di Lascari, per aver ricordato alla Città di Cefalù che ha zone di terra magnifiche, che occorre valorizzare, preservandole.
L’intendimento che lo ha mosso sarà di certo alto e disinteressato. Perché, da Sindaco di un Comune limitrofo siamo certi che non sono ragioni diverse a muoverlo, se non la crescita dell’intero Territorio. Non avendo Egli, sino a notizia contraria, un coinvolgimento diretto nelle vicende elettorali che interessano il nostro Comune. La qual cosa darebbe tutto un altro senso alla vicenda. (Il sindaco Rosario Lapunzina)