la Francia batte l’Argentina e accede ai quarti.

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Nell’ottavo di finale del Mondiale di Russia 2018, la Francia batte 4-3 l’Argentina e accede ai quarti. Gara-spettacolo a Kazan sbloccata da un rigore di Griezmann al 13′. L’Albiceleste la ribalta prima con un bolide di Di Maria al 41′ poi con la fortunata deviazione di Mercado al 48′. Un meraviglioso gol di Pavard al 57′ ristabilisce la parità prima che il fenomenale Mbappé si scateni con una doppietta tra il 64′ e il 68′. Aguero accorcia al 93′.

“Udite mortali il grido sacro”: così inizia l’inno argentino ma di sacro non resta nulla e di mortale solo Messi, incapace, ancora una volta, di innalzarsi al livello del Dio Maradona e trascinare un popolo, prima che ancora che una Nazionale, all’impresa storica. Tutte le difficoltà già viste nella fase a gironi sono riemerse anche agli ottavi e non inganni il 4-3 del punteggio e il disperato assalto finale: i meriti sono tutti della Francia, superiore in ogni zona del campo. A tenere in vita una squadra che ha cambiato la quindicesima formazione in altrettante gare (a testimonianza della mancanza di identità e di progetto e a svelare l’improvvisazione di un 11 discutibile) solo le giocate dei campioni e la fortuna. Il penoso girovagare di Messi per il campo alla ricerca di se stesso e di un modo per incidere il proprio nome nella storia non ha sortito effetti se non quello di svelare che da un lato c’era un gruppo organizzato e dedito al gioco del calcio, dall’altro una banda di fuoriclasse, alcuni, disperati nel tentativo di eliminare lacune tattiche e di personalità. Sampaoli esce dal Mondiale senza aversi capito molto, Messi senza aver inciso: mai La Pulce ha segnato nelle gare a eliminazione diretta cioè dagli ottavi in poi. E a 31 anni, almeno in patria, tutto ciò suona come condanna di colui che resta tra i migliori di sempre, ma lontano, lontanissimo dall’Argentina.

Il sovversivo Angel Di Maria ci ha provato a far saltare banco e regole: dopo un primo tempo di possesso argentino ma qualità e pericolosità francese, il numero 11 dell’Albiceleste trova un gol che, oltre ad essere una meraviglia, rappresenta l’unica occasione per un’Albiceleste che mostra il consueto impaccio: nella testa di Sampaoli (o chi per lui) Messi avrebbe il ruolo del falso nueve con Pavon e Di Maria larghi per sfruttare la presunta debolezza Bleus sugli esterni. Ma così facendo si creano due vuoti: uno in mezzo al campo dove la scollatura tra la linea formata da Mascherano-Banega e i tre davanti è evidente e incolmabile; e l’altra in un’area di rigore che nessuno va a occupare rendendo vane le avanzate dei terzini. L’ex interista è uno dei più lucidi nel pressare e impostare ma la mancanza di idee è lampante: palla-a-Messi come unica salvezza anche se il ruolo di prima punta lo costringerebbe ad altro e invece le necessità-drammaticità di gioco lo costringono ad abbassarsi, allargarsi e, insomma, a cercare di andare a prenderselo un po’ ovunque quel benedetto pallone. Ma la posizione di Kanté e i raddoppi di Matuidi lo neutralizzano senza nemmeno sudare troppo. La Francia dal canto suo non è nulla di nuovo rispetto a qunato sappiamo: velocità e qualità. La squadra di Deschamps mette attenzione nella fase difensiva, chiude, pressa e riparte con un Mbappé devastante di fronte al quale l’Argentina non sembra avere rimedi, se non un dolorossisimo mal di testa. Il centrocampo Pogba-Kanté-Matuidi fa diga e avvia le ripartenze, velocissime, con Griezmann e Mbappé che si scambiano posizione, ci mettono corsa e mandano in tilt la leggera difesa sudamericana: nascono così il rigore, trasformato dall’asso dell’Atletico e due punizioni dal limite (di cui una stampata all’incrocio sempre dal “petit diable”) con Tagliafico e Rojo letteralmente in apnea.

La colpa dei transalpini, se mai, sta nel non dare il colpo di grazia a un avversario che sembra disarmato e tenuto in piedi, appunto, dalla perla di Di Maria che sembra far girare il destino e la storia visto che a inizio secondo tempo la Dea bendata tocca il piedino di Mercado, decisivo nella fortuita deviazione su tiro di Messi che vale un vantaggio di dubbio merito. La Francia, che potrebbe accusare il colpo e affondare col morale sotto i tacchi, si rianima con gli spunti di Lucas Hernandez sulla corsia di sinistra: arriva da lì il pallone che attraversa l’area e che Pavard spedisce all’incrocio per un pareggio che sa di giustizia. E sempre da lì arriva il cross che, sfruttando un rimpallo e la lentezza di Fazio, Mbappè scaraventa in rete per il vantaggio. La Francia torna così in pieno controllo di un match che la vede superiore e il quarto gol ne è la sublimazione concreta sul campo: si parte da Lloris e in quattro tocchi i transaplini vanno a segno con Giroud nelle vesti di assist-man per il vero fenomeno, Mbappé, che col piatto trafigge Armani per la seconda volta in quattro minuti ribaltando tutto. E in maniera definitiva. Perché il colpo del genio e di fortuna con cui l’Argentina era rimasta a galla, non possono riproporsi. Con la partita già persa Sampaoli capisce che nel calcio, per far gol ed essere pericolosi, serve un attaccante ma il tardivo ingresso di Aguero serve solo ad aggiornare il tabellino col 4-3 finale e ad aumentare i rimpianti per delle scelte di formazione difficili da comprendere. E a far capire alla Francia che anche se sei in controllo non puoi arretrare troppo e abbassare la concentrazione. Dybala e Higuain assistono al naufragio senza aver messo piede in campo e su quanto abbiano influito sulle scelte del tecnico le indicazioni dei senatori, Messi su tutti, si sprecheranno fiumi di inchiostro. Certo è che torna a casa una delle più brutte Nazionale viste negli ultimi tempi: senza gioco né personalità, senza scatti d’orgoglio, senza dare la sensazione di combattere, nemmeno sentendo il grido sacro di un popolo pronto a tutto per spingere i suoi giocatori e innalzare a divinità il suo Messia. Che resta a terra, come il più comune dei mortali.

FRANCIA-ARGENTINA 4-3
Francia (4-2-3-1): Lloris 6; Pavard 7, Varane 6,5, Umtiti 7, Lucas Hernandez 6,5; Pogba 7, Kanté 7,5; Mbappé 9 (44′ st Thauvin sv), Griezmann 7,5 (38′ st Fekir sv), Matuidi 7 (30′ st Tolisso 6); Giroud 6. A disp.: Mandanda, Areola, Kimpembe, Rami, Sidibé, Nzonzi, Lemar, Dembélé. All.: Deschamps 7,5

Argentina (4-3-3): Armani 5; Mercado 6, Otamendi 5, Rojo 5 (1′ st Fazio 4,5), Tagliafico 5; Perez 5 (20′ st Aguero 6,5), Mascherano 5,5, Banega 5,5; Pavon 5 (30′ st Meza 5,5), Messi 4,5, Di Maria 6,5. A disp.: Guzman, Caballero, Ansaldi, Acuna, Salvio, Biglia, Lo Celso, Higuain, Dybala. All.: Sampaoli 4
Arbitro: Faghani (Iran)
Marcatori: 13′ RIG Griezmann (F), 41′ Di Maria (A), 3′ st Mercado (A), 12′ st Pavard (F), 19′ st e 23′ st Mbappé (F), 48′ st Aguero (A)
Ammoniti: Rojo (A), Tagliafico (A), Mascherano (A), Banega (A), Matuidi (F)

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