Auguri al vescovo Giuseppe Marciante che oggi compie nove anni di episcopato. E’ stato ordinato, infatti, l’11 luglio del 2009 nella Basilica di san Giovanni in Laterano a Roma dal cardinale Agostino Vallini. A nominarlo vescovo è stato papa Benedetto XVI. Lo scorso 16 febbraio il vescovo Giuseppe è stato nominato vescovo di Cefalù. Ha fatto il suo ingresso in Diocesi il 14 aprile e da allora ha iniziato a percorrere la diocesi per conoscerla e indicare il cammino pastorale. In questi mesi non sono mancate alcune sue prese di posizione.
Il 3 giugno è sceso a fianco dei lavoratori del Club med. Il Presule, presente all’inaugurazione, ha preso la parola ed ha così detto: «Quando s’invita un Vescovo generalmante si chiede una benedizione. Ma la benedizione si guadagna non con i soldi, ma promuovendo il benessere non solo fisico, ma spirituale. Un turismo che sia attento alle necessità spirituali e alla promozione del lavoro dei giovani di Cefalù e delle Madonie. Oggi festeggiamo la riapertura del ClubMed, ma rivolgo un pensiero ai lavoratori che manifestano fuori dai cancelli; purtroppo oggi non festeggiano. Chiedo ai responsabili che vengano almeno ascoltati».
Qualche giorno dopo ha preso posizione sullo stato in cui versano le strade delle Madonie. «I nostri paesi madoniti sono considerati periferie: me ne accorgo dallo stato in cui versano le strade. Mi sembra necessario che il Governo regionale si attivi e intervenga sulla viabilità. Perché quando ci si isola, si rimane soli. Dobbiamo dare ragioni di vita ai nostri giovani. Annunciare la risurrezione di Cristo, comporta la risurrezione dei nostri centri. La predicazione del Vangelo innesta il seme della risurrezione, come il piccolo granello di senape. Se cresce il paese, cresce la vita».
Visitando la comunità di Petralia Sottana ha parlato del locale ospedale. «Volgo il mio pensiero ed esprimo la mia preoccupazione per le sorti dell’ospedale “Madonna dell’Alto” di Petralia Sottana che ho avuto la gioia di visitare all’inizio del mio ministero pastorale a Cefalù. Faccio un appello alle autorità competenti perché venga conservato e potenziato il presidio ospedaliero. Noi sappiamo che quando si vuol far morire una realtà, gli si tolgono a poco a poco gli alimenti: nel nostro caso si priva l’ospedale del personale necessario, e si invocano le leggi economiche finanziarie. Credo che prima del denaro vengono le persone. Porto solo qualche esempio: se, malauguratamente, un abitante delle Alte Madonie è colpito da un infarto, non fa ad arrivare in tempo in altro ospedale non solo per la distanza, ma anche per il cattivo stato delle vie di comunicazione, specialmente nel periodo invernale. Una donna che deve partorire rischia di far nascere la creatura che porta in grembo in autoambulanza senza l’assistenza necessaria al parto, e se il bambino nasce in situazione di pericolo, sicuramente rischia di non nascere vivo».