Mazzola: ad un anno dalla morte, un ricordo in tre domande

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Il Vescovo Rosario Mazzola ha chiuso gli occhi a questo mondo nella vigilia di natale del 2018. Vogliamo ricordarlo attraverso tre domande che ne mettono in risalto le sue qualità di Pastore attento al mondo, alla Chiesa e alla cultura.

Perché del vescovo Mazzola si interessano le più importanti redazioni giornalistiche d’Italia? Il Vescovo Mazzola è stato un presule comunicatore che ha aperto le porte della Chiesa al mondo dei mass media. Più volte la sua attività sul fronte della comunicazione è stata letta in parallelo con quella che a Milano, in quegli anni, portava avanti il cardinale Martini. In dodici anni di episcopato sono stati oltre mille i servizi televisivi dedicati a Mazzola e alla sua attività pastorale. Delle sue scelte si occupano persino la televisione francese, quella spagnola e le radio dell’allora Jugoslavia in guerra. A Cefalù, per partecipare ai meeting sull’informazione organizzati da Mazzola, arrivano direttori di giornali e giornalisti che curavano le rubriche televisive più seguite nel grande schermo della Rai. In Cattedrale per i dibattiti organizzati dal vescovo Mazzola arrivano Puccio Corona, Bruno Vespa, Piero Badaloni, Nino Rizzo Nervo, Giovanni Pepi, Nuccio Fava, Gianfranco D’Anna, Mario Padovani. Sandro Curzi, noto direttore del Tg3, non potendo venire chiama direttamente il Presule per scusarsi e invia una tra le sue più fidate giornaliste della redazione romana. Dino Boffo, direttore di Avvenire, invece, si interessa da vicino al Vescovo comunicatore e più volte manda a Cefalù Giovanni Ruggero, uno dei suoi più fidati inviati speciali. Al telefono del vescovado di piazza Duomo arrivavano telefonate da tutta Italia. E lui Mazzola rispondeva a tutti. Le redazioni erano interessate al Vescovo che, non esita ad organizzare un corso di giornalismo per i suoi presbiteri. Viene portato avanti fra il 1995 e il 1996. A tenere le lezioni Mazzola chiama i giornalisti siciliani più attenti al mondo che in quegli anni stava cambiando.

Perché con il vescovo Mazzola collabora l’Università di Palermo? Per il Vescovo Mazzola il riscatto del meridione italiano passava dall’informazione. Per questo più volte ha richiamato l’attenzione dei grandi media su certe storture informatiche che penalizzavano il sud d’Italia. Per leggere quanto accadeva in quegli anni sul fronte della comunicazione e dell’informazione il vescovo Mazzola istituisce un Osservatorio della Comunicazione. Viene portato avanti in collaborazione con l’Università di Palermo. I dati dell’Osservatorio vengono diffusi periodicamente ed ogni volta la grande informazione ne riprende numeri e commenti del Presule.  «Non potendo portare questo nostro sud nell’informazione – commentava Mazzola – cerchiamo di portare l’informazione in questo martoriato meridione». Mazzola segue da vicino l’attività dell’Osservatorio. Per la raccolta dei dati istituisce una sezione dell’ufficio comunicazione. Vi fanno parte laici, presbiteri e religiose. L’Osservatorio porta avanti alcune inchieste i cui dati finiscono in prima serata tra le prime notizie dei grandi telegiornali. 

Perché del vescovo Mazzola si interessa l’Osservatore Romano? Sono stati una cinquantina gli articoli dedicati a Mazzola pubblicati dall’Osservatore Romano durante i dodici anni del suo Episcopato. L’attività pastorale di Mazzola, all’interno del quotidiano della santa Sede, trova spazio nella rubrica «Il cammino della chiesa» o in quella «Le lettere pastorali dei vescovi italiani». Ecco alcuni fra i titoli più significativi che il Giornale del Papa dedica al vescovo Mazzola: «La famiglia cristiana protagonista della nuova evangelizzazione», «Cefalù: una nuova vita nell’amore e nel perdono», «Annuncio cristiano e mass media», «Nuovi linguaggi per annunciare il Vangelo alla vigilia del terzo millennio», «Artefici di riconciliazione attraverso il dialogo e l’annuncio». «Comunicazione e annuncio per la nuova evangelizzazione”, «La testimonianza della comunità cristiana accanto ai deboli e ai sofferenti», «Le parrocchie diventino esempi viventi di comunione, di fraternità e di fruttuosa operosità». «Cefalù: la verità contro ogni egoismo», «Cefalù: progetto diocesano per i giovani», «Cefalù: per una parrocchia in dialogo con il mondo», «Dal vescovo di Cefalù l’invito a garantire un più stretto rapporto tra giustizia e solidarietà».

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