Nel 2017 fu rinvenuta a casa degli eredi di Giuseppe Patiri la minuta del proclama datata 1876 nella quale venivano programmati a Termini Imerese i festeggiamenti carnascialeschi per quell’anno. L’annuncio stabiliva l’ordinato programma, in cui vi erano menzionati anche i due veglioni al Teatro “Stesicoro”, ubicato all’interno del Palazzo di Città. Il detto Teatro era denominato durante il dominio Borbonico Real Teatro S. Francesco.
Il ciclo iniziale della manifestazione di quella lontana domenica del 27 febbraio 1876 rappresentò grazie all’originaria “Società del Carnevale”, la primigenia “forma organizzata” carnascialesca cittadina.
Sempre a Termini Imerese, nella seconda metà dell’Ottocento furono create da un appassionato e ignoto artigiano le due maschere carnevalesche del “Nannu” e della “Nanna”, N.d.r. (Nonno e Nonna) simbolo attuale del carnevale termitano. Tuttavia, i due vegliardi già esistevano ed erano popolari a Palermo sin dall’Ottocento, e la loro esibizione avveniva durante la sfilata su di un cocchio lungo il Corso Vittorio Emanuele, la conosciutissima e tanto popolare “‘a sfilata ri “Nanni”, N.d.r. (la sfilata dei Nanni).
La manifestazione palermitana era organizzata dalla locale “Società del Carnevale” oramai non più esistente, la cui sede si trovava nel Palazzo del Barone Grasso al civico 287 di via Maqueda.
Ciò nonostante la storia della benemerita “Società del Carnevale” imerese del 1876, ci riserva altre sorprese. Infatti, grazie ai tre studiosi: Patrizia Bova, Antonio Contino, e Giuseppe Esposito è stato rinvenuto un documento nel quale si attesta che il 2 marzo del 1883 il Comune di Termini Imerese stabilì la «riparazione al tappeto della scena del teatro e per impiantare e indi rimuovere la scala di legno, che si collocava all’interno del detto teatro in occasione del veglione del passato carnevale».
Pertanto, il Carnevale di Termini Imerese (uno dei carnevali più antichi d’Italia ed erede diretto del Carnevale di Palermo), è documentato in due date differenti: il 1876 l’anno in cui fu stilato da Giuseppe Patiri l’inedito programma (o meglio, il proclama cittadino, relativo alla manifestazione carnascialesca) che comprendeva anche il veglione al Teatro “Stesicoro”, e il 1883 anno in cui furono effettuati i lavori di manutenzione dell’oramai inesistente Teatro Comunale.
Purtroppo agli inizi del XX secolo il Teatro “Stesicoro”, meta di festeggiamenti o ricorrenze ufficiali, come ad esempio la commemorazione pronunziata da Francesco Dominici Longo1-2, fu demolito in occasione dei «lavori di rifacimento e trasformazione». Sfortunatamente, veniva così cancellato un altro tassello di questa nostra “Civitas Splendidissima”.
In merito alla storia del Teatro Comunale “Stesicoro”, mi piace riportare per i lettori quanto lo storico e giornalista Giuseppe Navarra (1893-1991), ha esposto i propri ricordi nel suo libro postumo “Termini com’era” (pp. 75-76), GASM, Termini Imerese 2000.
Il Teatro Comunale
«Era ricavato nell’ala occidentale del palazzo municipale, cioè nell’attuale gabinetto del sindaco e nella segreteria. Sulla bella facciata campeggia la conchiglia di San Giacomo, allora molto venerato a Termini. E’ veramente miracoloso come fossero riusciti a comprimere in un così limitato spazio un mirabile gioiello di architettura che conteneva camerini, palcoscenico, platea, palchi tutt’intorno e loggione. Con l’autunno veniva rizzata all’esterno una comoda ed ampia scala esterna di sicurezza, in legno che adduceva al balconcino a petto adiacente al portone del municipio, e che segnalava ai cittadini che la stagione teatrale era incominciata. A Termini non esistevano altri ritrovi, se si eccettuano l’opira î pupi, N.d.r. (l’opera dei pupi) e qualche fugace apparizione di canzunittara, N.d.r (canzonettieri) nei magazzini del Carricaturi, N.d.r. (Piazza Crispi) e pertanto al teatro la gente accorreva in buon numero. Ma la speculazione non poteva non farsi sentire da noi. Si finì per decretare che il teatro poteva rappresentare, in caso di incendio, una trappola mortale per i suoi frequentatori. Alcuni amici ebbero in concessione un tratto di terreno alla Serpentina, e prontamente venne edificato un cinema-teatro senza tenere in conto i canoni dell’urbanistica. Esso si trova all’estremo limite della città, ed è esposto ai forti venti di scirocco. Inoltre non è stata protetta minimamente la pubblica incolumità: le porte di sicurezza che dovrebbero aprirsi verso l’esterno sul vicolo sono spesso ostruite dalle automobili ivi parcheggiate».
Bibliografia – Sitografia
(1) Francesco Dominici Longo L’esercito in Africa, Tipografia Fratelli Amore, Termini Imerese 1887 (Commemorazione tenutasi nel Teatro Comunale di Termini Imerese il 13 marzo 1887 “in occasione di una festa di beneficenza per le famiglie dei caduti a Saati e Dogali, promossa dalla Società dei reduci: Italia e Casa Savoia”).
Giuseppe Navarra “Termini com’era” (pp. 75-76), GASM, Termini Imerese 2000.
Giuseppe Longo 2017 “Proclama” del 1876 di Giuseppe Patiri per la Società del Carnovale, in Termini Imerese, cefalunews.org.
Patrizia Bova, Antonio Contino, Giuseppe Esposito L’estrazione e l’uso delle “brecce a rudiste” (Cretaceo sommitale) in Termini Imerese (PA) nei secoli XVII-XX, in: Gabriele Marino e Rosario Termotto (a cura di), Arte e Storia delle Madonie – Studi per Nico Marino, voll. VII-VIII, Atti della VII e VIII edizione, Cefalù – Sala delle Capriate, Palazzo del Comune, Piazza Duomo, 4 novembre 2017 e 3 dicembre 2018, pp. 119-141
Giuseppe Longo – 2019 – “La rivincita della “vera” storia del Carnevale Termitano”, Cefalunews.org.
Giuseppe Longo – 2019 – “Riflessioni sulla festa carnascialesca di Termini Imerese l’erede indiscussa dell’antico Carnevale di Palermo”, Cefalunews.org.
Giuseppe Longo – 2020 Una eclettica figura di studioso siciliano: Giuseppe Pitrè, cefalunews.org.
Giuseppe Longo – 2020 “I nanni di Carnevale trapiantati da Palermo a Termini Imerese”, cefalunews.org.
Giuseppe Longo – 2020 I Nanni del Carnevale di Termini Imerese a diporto alla “lavata râ lana”, cefalunews.org.
(2) Francesco Dominici Longo (1844-1931) Avvocato, fu socio della Società Siciliana per la Storia Patria. Compilò lo Statuto e il Regolamento della Società per la lettura popolare. Fu autore: Cenno biografico di Paolo Balsamo, Palermo, presso Mirto, 1867; Resoconto per l’anno 1872-73 della Biblioteca circolante di Termini Imerese (Termini Amore e Giuffrè); Le biblioteche circolanti e le classi operaie, Verona, presso G. Drezza 1874. Fu uno dei più valenti giuristi siciliani, Tesoriere (1899) e successivamente Presidente del consiglio dell’Ordine degli avvocati di Termini Imerese. E inoltre Sindaco di Termini Imerese dal 1902 al 1904.
Ph. Termini Imerese, Palazzo Comunale, fine Ottocento, inizi Novecento del secolo scorso. Per gentile concessione di Francesco La Mantia.
Giuseppe Longo
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