Prospero Giardina, nato il 17 luglio 1924 a Cefalù, ha dedicato la sua vita a servire la sua città e la sua comunità, sia come figura politica che religiosa. La sua vita, che si è snodata tra incarichi di grande responsabilità, ha lasciato un segno profondo non solo nella città di Cefalù, ma anche nella Chiesa siciliana, diventando una delle personalità più rispettate e apprezzate del panorama locale. Sindaco della città dal 1965 al 1967, è stato protagonista di un periodo difficile e tumultuoso, segnato da divisioni politiche interne e da una serie di sfide amministrative che hanno messo alla prova la sua determinazione e la sua capacità di leadership. Ma, al di là delle sue difficoltà politiche, la sua vita ha avuto un impatto profondo sulla comunità civile e religiosa, e il suo impegno continuo nell’Azione Cattolica e nella Curia diocesana di Cefalù lo ha reso un punto di riferimento per la spiritualità e l’impegno sociale della città.
Una società in cambiamento
Il contesto storico e sociale in cui cresce è decisivo per comprendere l’impronta che egli lascerà sul futuro della città e della sua comunità. Cresciuto in una Sicilia che stava attraversando un periodo di profonda trasformazione economica e politica, Giardina si forma in un ambiente cattolico che influenza profondamente il suo pensiero e la sua azione. La Sicilia degli anni ’40 e ’50 è segnata da difficoltà economiche e da un forte legame con la tradizione, ma è anche un periodo di crescita e cambiamento, durante il quale i giovani, come lui, cominciano a confrontarsi con il futuro, con la modernizzazione e con l’influenza crescente delle ideologie politiche. La sua famiglia, radicata nella città di Cefalù, è testimone di questo cambiamento, e lo educa ai valori della tradizione, ma anche a quelli dell’impegno sociale e civile, che avrà modo di vivere in prima persona nel corso della sua vita.
Il primo incarico politico e le difficoltà amministrative
L’ingresso nella politica locale avviene nel 1965, quando viene chiamato a sostituire il sindaco Giuseppe Giardina, tragicamente scomparso. La sua elezione a sindaco di Cefalù segna un momento di speranza e di cambiamento per la città, ma anche un periodo turbolento. Prospero si trova ad affrontare una realtà politica complessa, caratterizzata da un consiglio comunale frammentato, con forze politiche che non riescono a trovare una sintesi comune. La sua amministrazione si trova a dover fronteggiare una serie di difficoltà, in particolare riguardo alla gestione del Piano Regolatore di Cefalù, un progetto di grande rilevanza che avrebbe cambiato per sempre l’aspetto della città. Il piano, tuttavia, si trasforma in un campo di battaglia politica, con l’opposizione che accusa l’amministrazione di non averne garantito la trasparenza e di aver preso decisioni affrettate. In questo scenario di conflitti e incomprensioni, Giardina decide di dimettersi nel marzo del 1967, dopo aver tentato senza successo di mediare tra le diverse fazioni politiche. Le sue dimissioni sono un gesto che, purtroppo, non viene compreso da tutti, ma che riflette il suo senso di responsabilità e di integrità. Giardina preferisce lasciare la carica piuttosto che vedere la sua città paralizzata dalla conflittualità interna, dimostrando una capacità rara di fare un passo indietro quando la situazione lo richiede.
Impegno religioso e innovazione
Nonostante le difficoltà politiche e la breve durata del suo mandato da sindaco, continua a svolgere un ruolo fondamentale nella sua comunità, che si rivolge a lui per il suo impegno sociale e religioso. E’ stato per molti anni presidente dell’Azione Cattolica, che in quegli anni si dedicava soprattutto alla formazione spirituale e civica dei giovani, incoraggiandoli a partecipare attivamente alla vita sociale e politica del paese. Con la sua guida, l’Azione Cattolica di Cefalù diventa un punto di riferimento per il movimento laicale, e Giardina promuove iniziative che mettono al centro la famiglia, la solidarietà e la responsabilità civica. La sua presenza nei convegni e nei ritiri spirituali, ma anche nella vita quotidiana della parrocchia, gli consente di essere un esempio concreto di fede vissuta e di impegno sociale, diventando un leader spirituale che sa come coniugare la vita cristiana con le necessità del mondo contemporaneo.
La sua capacità di ascoltare, di entrare in empatia con gli altri, e la sua discrezione sono tratti distintivi della sua personalità. Chi lo ha conosciuto descrive Giardina come una persona semplice, ma di grande profondità spirituale, capace di affrontare ogni difficoltà con calma e determinazione, ma anche con un’intelligenza acuta che gli permetteva di cogliere le sfumature della realtà. La sua capacità di ascolto lo rendeva un punto di riferimento per chiunque avesse bisogno di un consiglio o di una parola di conforto. Sebbene non amasse il palcoscenico e non cercasse mai la visibilità, la sua autorevolezza emergeva nei momenti di difficoltà, quando la sua figura veniva cercata per la sua saggezza e il suo equilibrio. Le sue parole, spesso caratterizzate da una straordinaria profondità, erano sempre improntate alla fede, alla speranza e alla carità.
Primo cancelliere laico in Italia
Nel 1989 viene nominato Cancelliere della Curia diocesana di Cefalù, diventando il primo laico in Italia a ricoprire questa carica. Questo incarico segna una svolta importante nella sua vita, in quanto lo pone al centro di un processo di rinnovamento della Chiesa locale, che inizia a dare maggiore spazio al laicato, alle persone comuni che svolgono un ruolo attivo nella vita ecclesiale. Giardina promuove una visione della Chiesa che non è più solo quella del clero, ma che coinvolge tutta la comunità dei fedeli, spingendo per una maggiore partecipazione dei laici alle decisioni ecclesiali. La sua azione in Curia si caratterizza per la volontà di costruire una Chiesa più aperta, inclusiva e vicina ai problemi quotidiani delle persone, senza mai perdere di vista l’insegnamento evangelico e il suo impegno verso i più bisognosi.
Una personalità umile e unica
La sua vita, segnata da una dedizione incondizionata alla sua città, alla sua famiglia e alla Chiesa, non ha bisogno di essere celebrata in modo clamoroso, perché la sua eredità è quella di un uomo che ha vissuto in modo coerente e costante con i suoi valori. La sua morte, avvenuta il 14 dicembre 2017, ha lasciato un vuoto nella comunità di Cefalù, che lo ricorda come un uomo che ha servito la città con umiltà, lealtà e passione. L’eredità di Prospero Giardina vive ancora oggi nella città che ha amato, nelle strutture che ha contribuito a costruire e, soprattutto, nei cuori di coloro che lo hanno conosciuto e che ne portano avanti l’insegnamento di un impegno civico e religioso autentico, vissuto senza pretese di riconoscimento, ma come una missione per il bene comune. Il suo esempio continua a ispirare le generazioni future, e la sua vita rappresenta una luce di speranza, dedizione e amore per la comunità.
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