Messa in Cattedrale per la Domenica delle Palme a Cefalù (Foto)

Una folla di Fedeli ha partecipato al Rito della Benedizione delle Palme e dei Rami di Ulivo pressa la Chiesa della Madonna della Catena in Cefalù. Poi in Processione, col Vescovo, S.E. Rev.ma Mons Giuseppe Marciante, in Cattedrale per la Solenne liturgia eucaristica.
Come da Tradizione, è stato letto a più voci il Vangelo della Passione di Nostro Signore Gesù Cristo.
L’Omelia del Vescovo sulle Pagine del Vangelo secondo Luca, che risuonano oggi nei nostri cuori e ci pongono di fronte a uno specchio impietoso, rivelando le profonde e spesso oscure contraddizioni che albergano nell’animo umano.

Come il vescovo di Cefalù ci ricorda con sapienza, Luca non teme di portare alla luce le ambivalenze che segnano il nostro cammino terreno, quel faticoso percorso di ritrovamento che passa attraverso il riconoscimento sincero del nostro errore.

Lo vediamo nitidamente nelle folle che, in un sussulto di fede, acclamano Gesù con l’Osanna festante per poi, in un drammatico e repentino voltafaccia, condannarlo alla crocifissione. Quante contraddizioni si annidano in questo passaggio, eco delle nostre stesse fragilità e incostanze!

E poi Pietro, la colonna della Chiesa nascente, che per paura rinnega il Maestro per ben tre volte. Un atto di umana debolezza che squarcia il velo di una fede forse ancora immatura, ma che proprio nel pianto amaro del pentimento troverà la via della redenzione.

E Giuda, l’apostolo traditore, il cui bacio fraterno cela la più abietta doppiezza del cuore, un monito severo contro l’inganno e la falsità che possono corrompere anche le relazioni più sacre.

E Pilato, il giudice romano, prigioniero della sua sete di potere, che pur riconoscendo l’innocenza di Cristo, cede alla pressione della folla, “svelando lo stravolgimento dei principi etici e giuridici quando l’interesse personale prevale sulla giustizia”.

Queste figure evangeliche, così umanamente fragili e contraddittorie, ci interrogano profondamente. Ci chiamano a un esame di coscienza radicale, a spogliarci delle maschere che spesso indossiamo per nascondere le nostre debolezze, per celare la doppiezza, la menzogna e l’inganno che insidiano i nostri cuori.

Ma in questo quadro di ombre e fragilità, Luca ci offre un raggio di speranza luminosa nella figura inattesa del buon ladrone. Un uomo ai margini della società, inchiodato alla sua croce, che nel momento del supremo dolore trova la forza di riconoscere la propria colpa e, con umiltà e sincerità disarmanti, professa la sua fede in Cristo: “Noi riceviamo il giusto per le nostre azioni, ma costui non ha fatto nulla di male”.

E la risposta di Gesù è immediata e consolante: “Oggi sarai con me in Paradiso”. Parole che sigillano la potenza trasformatrice della sincerità, la capacità della verità, anche nell’estremo momento della vita, di spalancare le porte della salvezza.

Il ladrone ritrova la verità su se stesso e su Dio, e in questo ritrovamento viene salvato. Ci insegna che non è mai troppo tardi per togliere la maschera dell’ipocrisia, per abbandonare le doppiezze che ci appesantiscono e per abbracciare la sincerità come via maestra verso la vera libertà e la vita eterna.

Possa questa omelia, ispirata dalle profonde riflessioni del nostro Vescovo alla luce del Vangelo di Luca, illuminare il nostro cammino quaresimale, guidandoci verso una Pasqua di autentica conversione e di rinnovata sincerità di cuore.

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