Alcol e droga alla guida: l’ultima direttiva. Dubbi sulla normativa

 Il 2024 ha visto l’introduzione della Legge 177, una riforma che ha apportato significativi cambiamenti al Codice della Strada (C.d.S.), con l’intento di incrementare la sicurezza sulle strade italiane e contrastare fenomeni come l’abuso di alcol e sostanze stupefacenti alla guida. Tuttavia, nonostante le buone intenzioni, la legge ha sollevato numerose criticità, molte delle quali ancora non sono state risolte. In questo articolo, analizziamo le problematiche legate alla nuova normativa, con un focus particolare sugli effetti delle sostanze stupefacenti e alcol sulla guida, nonché sulle criticità che stanno emergendo rispetto agli interventi del Ministero dell’Interno e del Ministero della Salute che hanno emanato, congiuntamente, la Direttiva dell’11/04/2025.

Le criticità del c.d.s. nella legge 177/2024

Una delle prime critiche mosse alla Legge n.177/2024 riguarda la misura che obbliga gli automobilisti a mantenere una distanza di sicurezza di un metro e mezzo quando sorpassano i ciclisti. Sebbene questa disposizione sembri una mossa positiva per la sicurezza dei ciclisti, le realtà delle nostre strade, spesso strette e mal progettate, rendono difficile, se non impossibile, il rispetto di questa regola. Un’altra critica riguarda la mancanza di decreti attuativi, che rende difficile l’applicazione di alcune norme, come quelle relative agli stalli rosa per le donne in gravidanza o l’assicurazione obbligatoria per i monopattini elettrici.

Inoltre, il fatto che le sanzioni siano state inasprite senza un effettivo potenziamento dei controlli sul campo ha sollevato perplessità. Molte associazioni di consumatori hanno sottolineato che l’aumento delle multe, senza un corrispondente aumento delle forze di polizia sulle strade, avrebbe potuto trasformarsi in una “stangata” per pochi, con un impatto ridotto sulla sicurezza stradale.

Autovelox e sentenze della Suprema Corte di Cassazione

Un altro punto critico riguarda la questione degli autovelox e delle loro omologazioni. Nonostante la prima sentenza della Cassazione, risalente a un anno fa, che ha sollevato dubbi sull’affidabilità degli autovelox, ad oggi non sono stati presi provvedimenti concreti per risolvere il problema. Questo ha alimentato ulteriori critiche riguardo alla mancanza di chiarezza nelle modalità di accertamento della velocità dei veicoli.

Sostanze stupefacenti e guida

L’articolo che ha suscitato le maggiori polemiche è l’art. 187, relativo alla guida sotto l’effetto di sostanze stupefacenti. La nuova formulazione dell’articolo ha suscitato forti preoccupazioni, in quanto ha eliminato la necessità di dimostrare lo stato di “alterazione” del conducente: adesso basterebbe la semplice positività al test per determinare la sanzione. Questo ha sollevato preoccupazioni tra i medici e tra i pazienti che assumono farmaci contenenti sostanze psicotrope, prescritti dai professionisti della salute.

La critica principale è che, seppur si cercasse di contrastare la guida sotto l’effetto di droghe, la nuova norma rischiava di penalizzare ingiustamente chi assumeva farmaci per ragioni terapeutiche. Diverse associazioni, supportate da pareri legali, hanno manifestato la possibilità di sollevare questioni di legittimità costituzionale per una norma che, a loro dire, andava a punire comportamenti che nemmeno il codice penale punisce.

Il “tavolo tecnico” promesso dal ministero

Una sentenza della Cassazione ha ulteriormente approfondito la questione, stabilendo che il test più affidabile per rilevare la presenza di sostanze stupefacenti è l’esame del sangue, in quanto indica la presenza della sostanza nel circolo sanguigno, mentre con l’esame delle urine si può risultare positivo anche a distanza di giorni o settimane dall’assunzione. La Cassazione ha inoltre sottolineato che è fondamentale valutare anche il comportamento del conducente durante l’accertamento, per evitare il rischio di incorrere in una norma incostituzionale.

A seguito delle critiche, il Ministero dell’Interno e il Ministero della Salute hanno annunciato la creazione di un “tavolo tecnico” per risolvere il problema relativo agli utenti che assumono farmaci psicotropi. Questo intervento si concretizzerà con una direttiva congiunta, emanata l’11 aprile 2025, che fornisce le linee guida per l’accertamento tossicologico-forense degli automobilisti, specificando le modalità di prelievo dei campioni di fluido orale e le procedure da seguire nelle strutture sanitarie. Tuttavia, molti esperti ritengono che la soluzione proposta non risolva completamente le criticità legate alla legge.

La criticità della soluzione proposta

Nonostante l’apprezzamento per gli sforzi compiuti dai due ministeri, la soluzione proposta dai ministeri potrebbe non essere la migliore. Il motivo risiede nel fatto che una direttiva o circolare non ha lo stesso valore giuridico di una legge e, pertanto, potrebbe essere in contrasto con le disposizioni superiori del Codice della Strada. Secondo molti giuristi, per risolvere definitivamente le problematiche legate all’art. 187 e alla guida sotto l’effetto di sostanze stupefacenti, sarebbe necessario un intervento legislativo che modifichi il C.d.S. e metta fine a qualsiasi incertezza giuridica.

Conclusioni

La Legge 177/2024 sul Codice della Strada ha senza dubbio portato alcune modifiche significative, ma non sono mancate le criticità che hanno messo in luce la necessità di un miglioramento normativo. In particolare, l’approccio alle sostanze stupefacenti e psicotrope alla guida, insieme alla gestione delle problematiche legate ai farmaci prescritti, necessita di una revisione più attenta per evitare ingiuste penalizzazioni. Sarà fondamentale monitorare l’efficacia delle direttive congiunte del Ministero dell’Interno e del Ministero della Salute e, se necessario, intervenire con un aggiornamento legislativo che possa risolvere definitivamente le problematiche legate all’art. 187 del C.d.S.

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