Seconda Guerra Mondiale. Nella tragedia dell’affondamento della corazzata Roma anche due termitani

Il 9 settembre del 1943, il giorno dopo la proclamazione dell’Armistizio di Cassibile, la corazzata Roma, salpata dal porto di La Spezia e diretta a Malta per consegnarsi agli Alleati, veniva affondata al largo dell’isola dell’Asinara, colpita da due bombe radioguidate antinave Ruhrstahl SD 1400, sganciate da bimotori Dornier della Luftwaffe. Nell’attacco aereo tedesco fu coinvolta anche la nave da battaglia “Italia” (ex Littorio) che venne danneggiata dal medesimo ordigno, conosciuto anche col come di PC1400X o FX 1400, oppure chiamato familiarmente Fritz X.

Nei giorni antecedenti all’8 settembre le unità navali italiane ormeggiate nei porti di La Spezia e Genova, stavano approntandosi per una missione nelle acque di Salerno, poiché gli anglo-americani dopo aver conquistato la Sicilia, erano in procinto di occupare anche la penisola. Infatti, lo avevamo già fatto con l’Operazione Baytown, sbarcando all’alba del 3 settembre in Calabria, sulle spiagge di Catona, Gallico e Pentimele, muovendo poi su Villa San Giovanni e Reggio Calabria (Cfr. “La Campagna d’Italia 1943: dall’Operazione Husky all’Operazione Achse”, Madonielive.com); e si accingevano a sbarcare a Salerno, con un’azione militare anfibia chiamata in codice “Operazione Avalanche” (9-18 settembre).

Pertanto, la flotta della Regia Marina, si dispose a salpare per raggiungere la base militare de la Maddalena, essendo la più vicina al teatro delle operazioni in quel di Salerno.

Regia Nave Roma da Corazzata Roma, Gruppo Facebook

 

Carlo Bergamini, comandante supremo delle forze navali da battaglia

Tuttavia, per Bergamini, al suo rientro a La Spezia si presenteranno una escalation di avvenimenti drammatici che segneranno in modo indelebile le sorti dell’Italia; ma, soprattutto, lo vedranno coinvolto in prima persona nelle concitate direttive emanate dal Comando operativo centrale della Marina (Supermarina), tramite l’ammiraglio Luigi Sansonetti (1888 – 1959) e De Courten.

Raffaele De Courten, Ministro e capo di stato maggiore della Regia Marina

Gli avvenimenti a cui l’Ammiraglio di Squadra Bergamini assisterà attonito e sbigottito, saranno di certo i preludi del tramonto della grande Marina del Regno d’Italia. Infatti, le tappe salienti delle vicende che si svolgeranno dopo il suo arrivo a La Spezia (una delle grandi basi navali della Regia Marina), ne determineranno l’esito degli eventi italiani. Tali avvenimenti si concentreranno nei giorni tra l’8 e il 9 settembre, e saranno:

 

Dai microfoni dell’EIAR 8 settembre 1943 ore 19.45

Proclama del Capo del Governo, parla sua Eccellenza il Maresciallo Pietro Badoglio

«Il governo italiano, riconosciuta la impossibilità di continuare la impari lotta contro la soverchiante potenza avversaria, nell’intento di risparmiare ulteriori e più gravi sciagure alla Nazione, ha chiesto un armistizio al generale Eisenhower, comandante in capo delle forze alleate anglo-americane.

La richiesta è stata accolta.

Conseguentemente, ogni atto di ostilità contro le forze anglo-americane deve cessare da parte delle forze italiane in ogni luogo.

Esse però, reagiranno ad eventuali attacchi da qualsiasi altra provenienza».

Ciò nonostante, Bergamini si mise in contatto con Supermarina, ed espresse severamente tutto il suo rammarico per non aver ricevuto direttamente la notizia dell’armistizio. Ma, soprattutto, per essere stato messo all’oscuro di quanto si era ordito alle sue spalle.

L’Ammiraglio Luigi Sansonetti, da Storia illustrata n° 190 settembre 1973

 

 

Corazzata Roma

Durante la navigazione la squadra fu messa in allerta per ben tre volte, però a bordo delle navi le disposizioni erano chiare: reagire solamente se il convoglio italiano fosse stato attaccato.

Ricostruzione grafica del drammatico affondamento della Corazzata Roma. Da Corazzata Roma, Gruppo Facebook

La prima bomba colpì la nave da battaglia “Italia” immobilizzandola, poi venne il turno della corazzata-ammiraglia “Roma”, che fu colpita da due bombe, l’ultima, fu quella fatale. Infatti, il secondo ordigno centrò i depositi prodieri delle munizioni posti accanto alla gigantesca torre soprelevata che conteneva i pezzi da 381, facendola deflagrare. Centinaia di uomini morirono all’istante investiti dal calore rovente, seguirono altre esplosioni e si alzò una colonna di fumo alta 1500 metri.

Il comandante della corazzata Roma Adone Del Cima

Nel 1973 il giornalista Mario Lombardo, redattore del periodico “Storia Illustrata”, sempre sullo stesso numero, di settembre, realizzò l’intervista al comandante del 100° Stormo tedesco, l’articolo si intitolava: “IL MAGGIORE JOPE RACCONTA – affondare la Roma? Niente di speciale”. Io dopo averlo letto credo utile cosa riportare su questa testata giornalistica quell’inedita intervista.

Affondamento della corazzata Roma. Da Corazzata Roma, Gruppo Facebook

 

La corazzata Italia (ex Littorio) in primo piano e il Roma fotografate dal Vittorio Veneto. Mar Ligure, tardo pomeriggio del 26 agosto 1943

Bergamini contattò immediatamente De Courten per telefono, presentando le proprie rimostranze per il mancato avviso, chiedendo la sua sostituzione, comunicò inoltre che sia lui che tutti gli ufficiali comandanti erano decisi ad autoaffondare le navi.

Alla fine accettò di eseguire gli ordini, preparò il suo discorso per gli ufficiali e marinai, ordinò di sbarcare gli ufficiali di collegamento tedeschi e di prendere misure atte ad evitare colpi di mano tedeschi per impadronirsi delle navi. Diversamente che nelle caserme in quelle ore tutti gli ufficiali rimasero al posto, così che i marinai stringendosi intorno alla catena di comando si prepararono agli eventi.

Insegna di ammiraglio di squadra

 

Emblema della Regia Marina

Ora, però, la formazione era invertita, con le corazzate in coda ed il naviglio minore in testa. All’uscita delle Bocche, Bergamini ordinò una riduzione di velocità a 19 nodi per riprendere la formazione. Intanto dall’aeroporto di Istres erano decollati 28 bimotori Dornier DO217K della Luftwaffe, questi aerei erano armati con le nuove bombe razzo teleguidate Ruhrstahl SD1400X conosciute come Fritz X.

Regia Marina. Bandiera nazionale delle navi da guerra

 

 

Ammiraglio Romeo Oliva

 

Il 17 giugno dal 2012 l’ingegnere Guido Gay con l’ausilio del ROV Plutopalla da lui concepito e costruito, individuò il relitto del Roma nelle acque di Castelsardo (Golfo dell’Asinara) a 16 mg dalla costa ad una profondità di più di 1000m spezzato in 4 tronconi. Personale della Marina Militare confermò il ritrovamento il 28 giugno del 2012 in quell’occasione tramite il Rov è stata posta una targa commemorativa sul relitto».

Bibliografia, sitografia

www.marina.difesa.it

www.regianaveroma.org

wikipedia.org

www.sanfelicecirceo.info

Angelo Iachino: Tramonto di una grande Marina (Mondadori 1960)

Marc’Antonio Bragadin: Il dramma della Marina italiana (Mondadori, 1968)

Alfred Price: Luftwaffe (Ballantines, New York, 1970)

Santi Corvaja, L’agonia della Roma, Storia illustrata, n°190, settembre, pp. 52-61, 1973

Mario Lombardo, Affondare la Roma? Niente di speciale, Storia illustrata, n°190, settembre, pp. 62-64, 1973

Di Giuliano Marenco “Le navi da guerra italiane internate alle Baleari dopo l’8 settembre” Lampi di stampa, 2009

Giuseppe Longo “La Campagna d’Italia 1943: dall’Operazione Husky all’Operazione Achse”, MadonieLive, 2013

Francesco Mattesini, “La flotta e l’armistizio. L’armistizio dell’8 settembre 1943 e il dramma delle forze navali da battaglia”, Collana Sism, 2015

Alessandro Bellomo, “Bombe su Palermo: Cronaca degli attacchi aerei 1940-1943” Soldiershop Publishing, 2016

Ugo Gerini, “Corazzata Roma – Una storia per immagini”, Luglio Editore, 2017

Si ringrazia Aldo Bacino (conoscitore della storia di Termini Imerese), per averci segnalato i nomi dei due marinai termitani imbarcati sulla Regia nave Roma.

Giuseppe Longo
giuseppelongoredazione@gmail.com
@longoredazione

 

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