Continua il nostro viaggio alla ricerca dei comuni più piccoli per popolazione ma che spesso possono riservare sorprese quantomeno interessanti ai visitatori, quanto italiani, come stranieri. L’Emilia-Romagna è una di quelle dal punto di vista storico-culturale più interessanti del settentrione, in quanto è ben rappresentata a partire dalla nomenclatura dalle due regioni storiche, ossia l’Emilia e la Romagna, che da praticamente sempre hanno evidenziato una differenta naturaalistica, culturale e linguistica ancora oggi ben distinta, pur essendo oramai amalgamata. La regione è indiscutibilmente tra le più varie e diversificate sotto ogni punto di vista, ed anche il comune meno popoloso risulta essere fortemente interessante, stiamo parlando di Zerba.
Zerba, il comune più piccolo dell’Emilia-Romagna
Zerba, situato in provincia di Piacenza, è il comune meno popoloso, in quanto non è abitato da un numero maggiore di 70 di persone, della regione, ma è anche quello più “elevato” della zona, essendo un piccolo comune che si erige nell’alta Val Trebbia, in corrispondenza dell’appennino ligure. Inoltre, è più occidentale della regione Emilia-Romagna e (insieme al limitrofo comune di Ottone). La leggenda narra che Zerba sia stata fondata da alcuni soldati cartaginesi dell’esercito di Annibale che si ritirarono in queste zone dopo la Battaglia della Trebbia.
Geograficamente è collocata nel cuore delle 4 Province, ovvero la zona dell’Appennino dove le montagne delle province di Piacenza, Genova, Alessandria e Pavia, ed è indubbiamente una zona della regione degna di attenzione sia per il forte interesse naturalisico, essendo il panorama assoolutamente incontaminato, e per questo risulti essere prevalentemente di carattere montagnoso. Non a caso Zerba è circondato da monti particolarmente elevati in altezza come Alfeo, Cavalmurone, Chiappo, Tartago e Lesima.
Molto interessanti anche le diverse località presenti nel piccolo comune, come la antica fontana Villa Lisamara, ancora in funzione, mentre in Villa Soprana si trova la chiesa di San Michele Arcangelo, patrono del comune, mentre hanno un aspetto medievale affascinante le località di Villa Stana e Villa Fontana.
I ravioli con il “tucco” e altre specialità
Anche dal punto di vista gastronomico vi è un’ampia scelta, essendo la tradizione locale culinaria “contaminata” dalle tradizioni lombarde, liguri e piemontesi. Spiccano diversi piatti tipici delle montagne come i ravioli con il tucco, una forma di ragù con i funghi molto saporito, molto apprezzabili altre specialità come la selvaggina con polenta, il castagnaccio, la torta di nocciole e gli immancabili gnocchi di patate.
In corrispondenza della festa nazionale per San Michele, il 29 settembre si tiene una tradizionale Gnoccata e mostra dei prodotti della montagna.