A Cefalù l’acqua è stata dichiarata non potabile ma c’è un conto da pagare perche ogni giorno viene potabilizzata e immessa nella rete comunale. E’ una storia vera anche se difficile da credere. Tutto è cominciato lo scorso 17 giugno quando il sindaco di Cefalù ha «vietato temporaneamente e fino a nuova disposizione l’uso dell’acqua erogata dal pubblico acquedotto di Cefalù, per il consumo umano e la preparazione degli alimenti». In tutti questi giorni, e ad oggi ne sono trascorsi già 210, Sorgenti Presidiana, che gestisce il potabilizzatore, ha continuato a immettere nella condotta comunale acqua potabile. Per questo servizio, come è normale, presenterà il proprio conto.
Facendo un piccolo calcolo si scopre che per ogni giorno di potabilizzazione occorrono circa tremila euro. Per i 210 giorni che sono già trascorsi, quindi, con l’acqua che scorre non potabile dai rubinetti delle abitazioni dei cefaludesi, Sorgenti Presidiana chiederà un pagamento di circa 630mila euro. Una cifra destinata ad aumentare. Ad oggi, infatti, non si ha notizia di un ritorno dell’acqua potabile dai rubinetti delle abitazioni dei cefaludesi. Chi pagherà tutti questi soldi? Al momento il Comune dice che dovrà farlo l’Amap e quest’ultima sostiene che dovrà farlo il Municipio. Nell’uno e nell’altro caso, con molta probabilità, il conto da pagare sarà presentato ai cefaludesi che al momento sembrano ignari di tutto.