Il medico, il professore, l’uomo: la vita del dottor Gabriele Marino

Gabriele Marino nasce a Cefalù l’8 dicembre 1908 da Giovanni e Anna Orilia. La sua vita è una testimonianza di impegno, dedizione e passione, elementi che lo accompagnano costantemente nel corso della sua carriera. Si distingue non solo per la sua abilità professionale come medico, ma anche per l’amore che nutre per lo sport e per il benessere fisico. Non è un caso che sia ricordato con affetto dai suoi pazienti e colleghi per la sua personalità cordiale e la sua empatia, qualità che non lo fanno solo un professionista eccellente, ma anche una persona straordinaria. La sua carriera, che unisce medicina e educazione fisica, gli consente di essere una figura poliedrica, capace di influenzare profondamente sia la sfera sanitaria che quella educativa. Il suo operato lascia un segno duraturo, facendo di lui una delle figure più rispettate e ammirate nella sua comunità.

Egli cresce ed è segnato da eventi storici che plasmano la sua formazione e il suo percorso professionale. Cresciuto durante il periodo fra le due guerre mondiali, affronta una gioventù segnata dalle difficoltà politiche e sociali dell’epoca. Dopo aver terminato gli studi al Liceo Mandralisca di Cefalù, sceglie di iscriversi alla facoltà di Medicina e Chirurgia, spinto dalla sua vocazione per la cura delle persone e dal desiderio di contribuire al miglioramento delle condizioni di salute della sua comunità. I suoi anni di formazione universitaria coincidono con un periodo di grande incertezza politica, in cui l’Italia attraversa momenti di tensione sociale e cambiamenti radicali. Durante questo periodo coltiva anche una passione per l’educazione fisica, che diventa uno dei cardini della sua carriera. La sua attenzione alla salute fisica e al benessere psicologico degli individui lo spinge a pensare alla medicina in modo olistico, considerando il corpo e la mente come un sistema indivisibile.

Gli inizi della carriera e le sfide

Dopo aver completato gli studi universitari affronta i suoi primi passi nel mondo professionale con determinazione, ma anche con grande consapevolezza delle difficoltà che lo attendono. Prima di conseguire la laurea, viene chiamato alle armi come ufficiale di fanteria dal 1936 al 1938, una tappa che segna la sua vita, mettendo alla prova la sua resistenza fisica e psicologica in un contesto di guerra. Nonostante l’esperienza traumatica del conflitto, che lo segna a livello personale e professionale, non perde mai di vista il suo obiettivo: diventare un medico di successo. Durante la Seconda Guerra Mondiale, viene nuovamente richiamato, questa volta come ufficiale medico. Durante un bombardamento alleato in Sicilia, viene ferito durante il bombardamento, ma la sua determinazione gli permette di riprendersi e proseguire la sua carriera. Superato questo periodo difficile, trova il coraggio di ricominciare e di dedicarsi con rinnovato impegno alla medicina, ma anche alla sua famiglia. Si sposa con Elena Bellipanni, e insieme hanno quattro figli: Giovanni, Domenico, Mario e Anna Maria. La sua vita familiare diventa un ancoraggio fondamentale in un periodo storico turbolento.

La carriera professionale

Dopo la fine della guerra si dedica a tempo pieno alla medicina e all’insegnamento. Entra in contatto con importanti figure nel panorama medico siciliano, diventando assistente del dottor Giuseppe Giardina, uno dei nomi più illustri della chirurgia generale dell’epoca, e prestando servizio all’Ospedale “Giuseppe Giglio” di Cefalù. La sua carriera prende una piega importante, e si fa conoscere per la sua capacità di affrontare le difficoltà chirurgiche con grande maestria, ma anche per il suo approccio empatico verso i pazienti. Non si limita però solo alla medicina chirurgica, ma si distingue anche nell’ambito della medicina generale, della ginecologia e dell’ostetricia. Negli anni ’50 frequenta un corso di specializzazione in Medicina Sportiva presso l’Università di Salerno. La sua passione per lo sport lo porta anche a specializzarsi in medicina sportiva, un settore in rapida espansione in quegli anni, e a insegnare educazione fisica, dove la sua energia e il suo entusiasmo sono apprezzati. Dopo la morte del dottor Giardina nel 1965, lascia l’ospedale “Giuseppe Giglio” e si dedica completamente all’insegnamento e alla medicina di famiglia, diventando una figura di riferimento per la comunità locale. Nonostante l’impegno in queste nuove direzioni, non dimentica mai la sua vocazione originaria, continuando a esercitare la professione medica con la stessa passione e dedizione.

Il dottor Marino lascia un’impronta indelebile nel panorama medico e educativo cefaludese. La sua influenza si estende ben oltre l’ambito della medicina tradizionale, grazie al suo impegno per la diffusione della cultura sportiva e dell’educazione fisica, che contribuisce a rendere sempre più centrali nella formazione dei giovani. La sua reputazione cresce progressivamente grazie alla stima che i pazienti e i colleghi ripongono in lui. La sua capacità di unire la scienza medica con il benessere fisico, il suo approccio umano e la sua disponibilità lo rendono una figura amata e rispettata, capace di ispirare generazioni di medici, insegnanti e sportivi. Il suo operato, in effetti, non si limita alla cura dei malati, ma si espande in una vera e propria missione per migliorare la salute e il benessere delle persone attraverso un approccio integrato.

Marino è un uomo che non si limita a svolgere la sua professione con serietà, ma la vive con passione, cercando sempre di stabilire un legame umano con le persone che incontra. È noto per la sua bonomia, per la capacità di far sentire i pazienti a proprio agio, anche nelle situazioni più delicate. Ogni incontro con lui è un’occasione per imparare, non solo sul piano medico, ma anche umano. Racconta spesso aneddoti della sua esperienza di guerra, come la ferita subita durante il bombardamento alleato, ma lo fa con un sorriso che non lascia trasparire la sofferenza. Nonostante il suo profondo impegno professionale, riesce a mantenere un legame forte con la sua famiglia, dimostrando sempre un equilibrio tra carriera e vita privata. Le storie che i suoi figli e i suoi colleghi raccontano su di lui sono piene di affetto e rispetto, testimoniando la grande figura che è riuscito a costruire nel corso della sua esistenza

E’ stato un uomo che ha dedicato tutta la sua esistenza al miglioramento delle condizioni di vita degli altri. Tra le sfide professionali e personali, non ha mai smesso di perseguire il suo obiettivo di essere un medico e un educatore straordinario, capace di fare la differenza nella vita di chi lo ha incontrato. Per Cefalù è una persona che ha saputo coniugare scienza, educazione e umanità in modo impeccabile. E’ morto il 18 aprile 1975.

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