Il 23 settembre dalle ore 21,00 circa nell’ Abbazia di S. Maria Staffarda si è svolto il concerto di Uto Ughi nell’ ambito dell’ undicesima edizione de “La Santità sconosciuta” con la direzione artistica dell’ Associazione culturale Arturo Toscanini di Savigliano e l’ Anfiteatro dell’ Anima, fondate da Ivan e Natascia Chiarlo, nonché con il sostegno della Regione Piemonte e della Provincia di Cuneo. L’ Abbazia cistercense del XII secolo dell’ Ordine Mauriziano era gremita di persone di ogni età, che aspettavano con ansia e curiosità l’ inizio della serata musicale con il grande violinista. Il luogo, per la sua bellezza medioevale, ha reso ancora più coinvolgente l’ ascolto dei brani, che sono stati presentati dallo stesso maestro con una breve spiegazione in tono colloquiale. Uto Ughi è stato accompagnato al pianoforte dal compositore e clavicembalista napoletano Bruno Canino: insieme hanno proposto pezzi di vari autori della vasta biblioteca violinistica.
Il primo brano eseguito è stato la “Sonata in Re maggiore” (Sonata Tamburino) del compositore francese Jean-Marie Leclair, che ha immediatamente captato l’ interesse del pubblico, immergendolo in una dimensione lontana dal presente di stile barocco. Subito dopo si è imposta all’ attenzione degli ascoltatori la celebre “Sonata per violino e pianoforte N.9 in la maggiore, op.47 a Kreutzer” in tre tempi di Beethoven. Quest’opera rivoluzionò lo stile della sonata classica, perché, come ha sottolineato Uto Ughi “…nei tre tempi violino e pianoforte hanno la stessa pregnanza.”; tale sonata sprigiona lo spirito romantico del genio tedesco nell’ intenso dialogo tra violino e pianoforte.
Il Maestro stesso ha poi annunciato un breve intervallo, durante il quale il pubblico si è soffermato a commentare con ammirazione il concerto tra le colonne che separano le tre navate della Chiesa
Di S. Maria di Staffarda; alcune persone ammiravano le significative testimonianze dell’ arte tardo-gotica e rinascimentale dell’ Abbazia, mentre qualcuno più coraggioso, sfidando l’aria piuttosto fredda, usciva a vedere il chiostro.
La seconda parte del concerto inizia con dei canti spagnoli, poi trascritti da Manuel de Falla, dove si alternano momenti più ritmati con altri più struggenti, segue una danza spagnola di Emile Granados. Il pubblico intanto ascolta con grande attenzione queste musiche emblematiche della tradizione violinistica, a cui si aggiungono quindi una sonata per violino e pianoforte di Saint –Saens ed una polonaise dal ritmo brillante, che pongono in risalto la perfezione tecnica del famoso concertista . La manifestazione musicale si conclude con due brani brevi, ma di notevole effetto ritmico ed espressivo.
Alla fine il pubblico appare molto soddisfatto dell’evento culturale ed alcune persone vorrebbero poter salutare il Maestro, mentre altre parlano con il pianista Bruno Canino; l’ arrivo della sig.ra Ferrero (dell’ omonima industria dolciaria italiana), che si reca a parlare con Uto Ughi attira poi l’attenzione dei presenti. La serata musicale ormai si è conclusa, lasciando una certa malinconia per lo svanire di un’esperienza intensa. Un concerto di musica classica con grandi autori di diversa sensibilità apre la mente e l’ animo verso nuove dimensioni interiori e con un interprete come Uto Ughi regala emozioni che penetrano nel nostro io più profondo.
Giuseppina Vitale