La storia che vi raccontiamo oggi è quella di un innamorato di Cefalù che non riesce a stare lontano dalla sua città. Protagonista di questa vicenda è Vincenzo Fertitta, figlio di Carmelo, “u zzu Carminu cuorvu” uno dei sette Eroi del mare che l’1 marzo 1951, insieme ad altri 6 coraggiosi amici pescatori, fece da timoniere sulla piccola barca con cui andarono a salvare da sicura morte cinque colleghi pescatori palermitani che con la loro motobarca furono trasportati dal mare forza 8 dal porto di Arenella al largo di Cefalù.
Vincenzo nacque a Cefalù nel 1931. Tra i marinai veniva affettuosamente chiamato «Vicè pisci puorcu» perché un giorno era stato morso sulla sua barca dal pesce balestra chiamato appunto “pisci puorcu”. Inizia il mestiere di pescatore sin da bambino seguendo il papà Carminu. Nel 1955, all’età di 25 anni, sposa una sua coetanea: Angela Provenza figlia di Giuseppe e Caternina Serio. Dal loro matrimonio nascono Carmelo, Rosanna e Giuseppe.
Quando a Cefalù si aprì il Village magique, Vincenzo vi lavorò nelle stagioni estive come istruttore di sci nautico. Al club o alla marina, nel tempo libero, si dilettava a far vedere le sue performance, così come possiamo notare dalle foto allegate. In inverno, pur di portare a casa da mangiare, lasciava Cefalù e andava in Svizzera dove lavorava al Club med.
Nel 1972, per dare un futuro migliore ai suoi figli, decide di lasciare per sempre la sua Cefalù e con la sua famiglia si trasferisce a Baltimora negli Stati Uniti. Da quel momento al Club Med di Cefalù non si fece più lo sci nautico. Lontano da Cefalù, però, Vincenzo non riesce a vivere. Era così forte il legame con la sua città che dopo appena sei mesi lascia l’America e torna a Cefalù. Il tempo di riprendersi nel respirare l’aria della sua Cefalù che per Vincenzo torna l’incubo di una nuova partenza. Il figlio Carmelo, infatti, al compimento del 16° anno d’età decide di ripartire da solo per l’America. Vincenzo, suo malgrado, non lascia andare il figlio da solo e ritorna con tutta la sua famiglia a Baltimora. Era già ammalato di diabete. La lontananza dalla sua città lo fa stare ancora più male. Soffre. In America viene operato al cuore e gli vengono impiantati due bypass. La sua salute con il passare dei mesi diventa sempre più cagionevole. Cefalù era nel suo cuore. Avrebbe voluto farvi ritorno. La nostalgia lo distruggeva. L’amore per la sua città era così tanto che non c’era ora che non stava a ricordare i suoi momenti trascorsi fra la Marina e la Giudecca.
La moglie Angela, rendendosi conto che era immenso l’amore e la nostalgia che il marito nutriva per la sua amata Cefalù, decide di ritornare all’ombra della Rocca. E’ il 25 Marzo 1980 quando Vincenzo ed Angela fanno ritorno a Cefalù. Anche la figlia Rosanna, dopo avere partorito il suo terzo figlio che chiama Vincent come il papà, ritorna a Cefalù. Proprio lei ricorda oggi la grande gioia di papà Vincenzo alla nascita del nipote che portava il suo nome. Tornato a Cefalù, Vincenzo è di nuovo felice. A cinque anni, dal suo ritorno, muore il 25 Aprile 1985 all’età di 54 anni.