A Castelbuono una campagna sociale contro la violenza alle donne

Una campagna sociale, un’installazione artistica, flash-mob, letture e riflessioni a Castelbuono per la Giornata internazionale contro la violenza sulle donne. La campagna sociale, ideata dalla castelbuonese Martina Cuschera, allieva presso l’Accademia delle Belle Arti di Palermo, ha lo slogan: «Qual è il tuo punto di vista? Scegli il tuo sorriso. Non restare in silenzio. Denuncia!» L’immagine è il volto della donna diviso in due parti: da un lato un volto che ha subito una violenza e che, per provocazione, ha le labbra cucite; dall’altro lato invece c’è il volto sereno di colei che sceglie il proprio sorriso e decide di denunciare. I manifesti contengono l’indicazione concreta del numero da chiamare per trovare aiuto in caso di violenza: il 1522.

L’installazione artistica, sarà realizzata con scarpe di donne e libri, presso la Casa Comunale, per dire basta alla violenza di genere contrastando l’ignoranza e il pregiudizio attraverso la cultura che è informazione, istruzione, conoscenza. Venerdì 25 novembre alle 18:00 presso la Casa Comunale in Via Sant’Anna 25, si svolgerà “Letture e riflessioni” curato dal Consiglio di Biblioteca comunale. L’iniziativa è aperta a tutte e a tutti, singole persone, gruppi e associazioni. Chi vuole partecipare può intervenire con la lettura di un brano, o condividere una riflessione personale. Domenica 27 novembre alle 20:00 in Piazza Margherita si terrà un Flash-mob e la performance teatrale “Una storia come tante” realizzati degli allievi del Centro Danza MusicainMovimento con la direzione artistica di Alex Chiaramonte.

«Attraverso questi momenti – commenta l’assessore alla cultura Gian Clelia Cucco – si vuole sensibilizzaresul tema della violenza sulle donne e far crescere in tuttila coscienza di quanto la lotta contro essa sia uno dei segni distintivi di civiltà. In Italia ogni tre giorni una donna viene uccisa da un uomo che la conosceva bene e che diceva di amarla. Una violenza che si espande quando il diritto di denuncia è soffocato dalla vergogna, dall’indifferenza o, peggio ancora, dall’impunità. Una violenza che può essere estremamente sottile e nascosta, che si consuma tra le mura domestiche, quelle più insospettabili e invece le più profanate come anche nel quartiere e sul posto di lavoro: violenza psicologica, economica, fisica fino al femminicidio. Una violenza radicata nella discriminazione di genere, che rappresenta la violazione dei diritti umani più diffusa nel mondo. La prevenzione non può che passare da un processo collettivo di consapevolezza che la violenza va combattuta quotidianamente: nelle relazioni tra persone, nel linguaggio, nelle immagini, nella dimensione sociale, politica ed economica».

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