Forse non tutti sanno che Polizzi Generosa è il paese dei dolci. Sono tante le tradizioni dolciarie che ancora oggi vengono conservate gelosamente tra la comunità polizzana. La città di Polizzi, infatti, al contrario di quanto è accaduto in tanti paesi siciliani e delle Madonie, dove sono state importate diverse tradizioni di pasticceria, ha mantenuto fino ad oggi, in fatto di dolci, le sue tradizioni contadine e dei monasteri. E così nel terzo millennio dell’era cristiana i dolci polizzani continuano ad essere frutto di tradizione paesana. Sono almeno dieci quelli tipici di cui va fiera la comunità polizzana.
Il dolce per eccellenza è «U’ sfùagghiu» che in tanti cercano di imitare. La ricetta è protetta dalle imitazioni dal “Consorzio per la Tutela e la Valorizzaione” istituito dai pasticceri del Comune di Polizzi Generosa. Il dolce è stato ideato dalle monache benedettine, arrivate a Polizzi nel XV secolo, per festeggiare il loro santo protettote San Benedetto. Si tratta di una deliziosa torta con ripieno di formaggio fresco grattugiato (tuma), cioccolata, cannella e zucchero. Il tutto avvolto in un impasto di pasta frolla. Allo sfoglio la città dedica una sagra il cui programma, oltre alla degustazione del dolce, prevede anche visite guidate nel centrio storico, balli e canti folcloristici. Nel corso della sagra vengono anche allestiti gli stand dell’artigianato e dei prodotti dell’agricoltura locale. La sfogliatella è un altro dolce tipico polizzano. In dialetto sono conosciuti come «sfogliettini» quasi a volere indicare che si tratta di piccoli sfogli. All’interno, infatti, vi si trova lo stesso ripieno dello sfoglio disposto su una metà di piccole sfoglie a forma circolare. Queste sfoglie vengono piegate a forma di calzone. Una volta uscite dal forno, all’esterno vengono abbellite con zucchero a velo e quella che a Polizzi è da tutti conosciuta come “paparinella”.
I «pastizzotti» sono dei tipici fatti con pasta di mandorle e nocciole. Si impastano con poca acqua farina, zucchero, mandorle e nocciole, fino ad ottenere una pasta consistente. L’impasto che si ottiene viene riempito con un cucchiaio di conserva di zucca e successivamente pressato per unire i bordi. Dopo averli infornati e a cottura ultimata vengono fatti raffreddare. Successivamente vi si passa sopra sopra la glassa che viene preparata facendo sciogliere sul fuoco lo zucchero con l’acqua. I «nucatuli», invece, sono dolci a base di farina, zucchero, mandorle e nocciole tritate. Una volta impastato il tutto vengono fatti dei bastoncini di circa dieci centimetri. Vengono schiacciati lievemente con le mani e viene loro data una forma ad S. Dopo averli infornati e cotti vengono spennellati con una glassa preparata facendo sciogliere sul fuoco dello zucchero con poca acqua, avendo cura di non farlo caramellare. Sono dolci che a Polizzi vengono mangiati in un bicchiere di buon vino rosso.
I «castagnoli»sono dolci a base di mandorle e nocciole, zucchero, cacao amaro, cannella, vaniglia, caffè e liquore. Dopo aver fatto abbrustolire le mandorle e le nocciole vengono spellatele ancora calde. Vengono successivamente tritate finemente e messe in una scodella insieme a tutti gli altri ingredienti. Vi si aggiunge caffè amaro e del liquore bianco. Realizzate della palline consistenti vengono passate nello zucchero. Disposte su un piatto di portata vengono servite. La «taralla» ovvero la savoiarda è anche questo un dolce che ha una sua tradizione tipicamente polizzana. Tre i suoi ingredienti: farina, zucchero e uova. Dopo avere sbattuto a lungo i tuorli con lo zucchero vi si aggiungono gli albumi montati a neve e la farina. Dopo avere amalgamato il tutto viene disposto a cucchiaiate su una teglia unta. Le «taralle» vengono preparate in occasione di numerose feste locali e si usa offrirli, assieme al caffè. In particolare vengono offerte ai confrati ed ai componenti della banda musicale dopo il giro mattutino. I «Tricotti» sono dei biscotti tipicamente polizzani riconoscibili dalla loro particolare a S. Sono dolci particolari destinati ai bambini e per questo non friabile e con poco zucchero. Dopo una prima cottura ad alta temperatura vengono ricotti nuovamente a temperatura bassa, praticamente a forno spento tenendoli fino al giorno dopo. Sono realizzati con farina, strutto, zucchero. Una versione particolare di questi dolci viene realizzata in occasione della festa di Santa Lucia e chiamati per questo «Ucchiuzi di santa Lucia».
I «Tatù», infine, sono dei dolcetti secchi di diverso colore semplici da preparare. Impastata la farina con un po’ d’acqua vi si aggiunge lo zucchero, un pizzico di ammoniaca, la vaniglia e, in qualche versione della ricetta, anche un po’ di mandorle tritate. Con questo impasto vengono realizzate delle palline a forma di noce. Dopo avere infornato il tutto per una decina di minuti si fanno raffreddare. Si passa quindi alla loro colorazione che avviene attraverso la glassatura fatta con zucchero ed acqua in un pentolino a cuocere su fuoco. Se si vuole un Tatù bianco non occorre aggiunge altro. Per avere un tatù coperto di glassa scura si aggiunge del cacao in polvere. Altri colori dei Tatù si ottengono con la glassa al limone, all’arancia e a volte anche al pistacchio. Questi dolci vengono particolarmente apprezzati durante le feste e in occasioni di alcune ricorrenze importanti quali battesimi, comunioni, matrimoni e inaugurazioni.
Due sono i dolci tipicamente di festa. I «cuccidati» che sono il dolce tipico di Natale. La pasta viene realizzata con farina, strutto, zucchero, tuorli di uovo e mandorle spellate a cui si aggiunge vermouth o vino. Il ripieno, invece, contiene uva passa, nocciuole tostate, mandorle tostate, miele, cannella, zuccatae cioccolato fondente. Il ripieno viene preparato il giorno prima. Viene messo all’interno di una sfoglia dello spessore di circa mezzo centimetro. Dopo averli infornati vengono fatti raffreddare e decorati con la glassa di zucchero a velo e cioccolato. A Pasqua vengono preparati gli «aceddu cu l’ovu». Dolci a base di farina, zucchero, strutto, uova, vaniglia e latte. La pasta ottenuta viene stesa con il mattarello fino ad ottenere una sfoglia dello spessore di 7-10 mm. Alle sfoglie viene data la particolare forma tutta polizzana dell’«aceddu». Su ognuna viene fissato un uovo sodo con due striscioline di pasta disposte a croce. Il tutto viene disposto nelle teglie. Spennellati e cosparsi di zuccherini colorati vengono fatti cuocere.
A tutti questi dolci tipicamente polizzani sono da aggiunge i cannoli alla ricotta, i bignè e il torrone ma anche le buone torte confezionante sempre con le tradizioni dolciarie polizzane.