I suoi abitanti sono appena 2.315 e si estende su una superficie di 1,14 chilometri quadrati. Si trova nel messinese e la sua festa patronale si tiene il 25 marzo. All’interno di questo comune abitano 916 famiglie. Il reddito medi si aggira intorno agli ottomila euro e l’età media degli abitanti è di circa 41 anni. Stiamo parlando di Merì che fra i suoi luoghi di interesse ci sono le due colline merinesi. Tra i suoi piatti caratteristici invece, è da gustare “a Cuccia” che è un piatto che si prepara con il grano e i ceci.
Un po’ di storia
Il comune di Merì è uno dei meno estesi della Sicilia e si trova al 27° posto in Sicilia fra quelli con la densità più piccola. Secondo alcuni studiosi le sue origini sono assai remote. Faceva parte dei mitici Campi Milesi. La nascita del vecchio feudo “delli Mirii” risale all’epoca della dominazione normanna e quindi tra l’XI ed il XII secolo. Il luogo dove oggi sorgono alcuni paesini tra cui proprio Merì. Merì è un piccolo comune della Sicilia circfondato da una fitta vegetazione di uliveti, vigneti, agrumeti ed orti. Il comune si trova alle pendici estreme dei Peloritani.
Le due colline merinesi
A dominare Merì ci sono le colline merinesi. Le bellezze naturali di questa terra si fondono con tanti miti e molte leggende. Tutte nate attorno all’antica Mylae che si trovava tra Capo Rosocolmo e Capo Tindari. Bellissimo il panorama che si gode dalle due colline merinesi. Da un lato la costa che si avvicina allo sgiardo e si allunga fino all’azzurro mare di ponente. Il tutto si fonde col cielo all’orizzonte. A destra si vede il promontorio di Milazzo. Alla sinistra invece quello leggendario di Tindari. In lontananza, quasi adagiandosi sul mare, l’incanto delle tinte e delle sfumature dell’arcipelago delle Eolie.
L’antico nome latino “Mirii” secondo alcuni storici viene dal plurale di Mirus-a-um. Il significato è proprio “meraviglioso, stupendo, straordinario”. Accanto al panorama Merì possiede anche la chiesa parrocchiale della SS. Annunziata. La navata centrale conta sette altari, quattro a destra e tre a sinistra. Altri 5 si trovano nel martello. Sul lato destro le statue di Santa Lucia, San Biagio, Sant’Antonio e del sacro Cuor. A sinistra Santa Rita, la Madonna del Rosario con Santa Caterina e San Domenico, la Madonna Immacolata. La tela che raffigurava Santa Vittorina è andata distrutta. Per questo l’altare oggi ospita la statua di San Giuseppe.
Da non perdervi la cuccia
La cuccia è un piatto che si prepara in coincidenza con la festa di santa Lucia. La leggenda narra che il 13 dicembre del 1646 arriva al porto di Palermo una nave carica di grano. Per porre fine alla carestia il grano viene comsumato se essere macinato. Viene per questo bollito e mangiato. (foto tratta da: 24live.it)