Santo Aquia: l’eroe del mare primatista della Ntinna a mari

La storia di Santo Aquia è un racconto di passione, coraggio e dedizione, che affonda le radici nelle tradizioni marinare di Cefalù, una città che ha dato i natali a uno dei suoi più grandi figli. Nasce il 26 marzo 1924, ed è ancora oggi ricordato come uno dei protagonisti della pesca e della storica competizione della “Ntinna a mari”. La sua vita rappresenta un esempio luminoso di impegno e determinazione. Conosciuto non solo per la sua abilità marinaresca, ma anche per la sua generosità e il suo carattere indomito, Santo Aquia ha saputo conquistarsi il cuore di tutti coloro che lo hanno incontrato. La sua fama non è legata esclusivamente ai suoi successi nella pesca, ma anche ai valori che ha incarnato: quelli dell’onestà, della dedizione al lavoro e dell’amore incondizionato per la sua terra.

Le origini e l’infanzia

Santo Aquia nasce in una famiglia che vive tra due mondi, quello della Sicilia e quello degli Stati Uniti. Suo padre, Salvatore, emigrato in America, aveva deciso di trasferirsi nel Mississippi dove si dedicava alla gestione di un emporio. Qui, insieme a Rosa, sua moglie, Salvatore ha avuto ben nove figli. Gli anni trascorsi negli Stati Uniti sono segnati dalla fatica e dalle difficoltà dell’emigrazione, ma anche dalla speranza di un futuro migliore. Nel 1922, dopo aver accumulato dei risparmi sufficienti, Salvatore decide di tornare in Sicilia, portando con sé una somma di denaro che gli consente di comprare una casa a Cefalù e di investire in una barca, il “Martidduzzu”, con l’intento di offrire opportunità di lavoro ai suoi figli e ai giovani pescatori locali. La famiglia si stabilisce nuovamente a Cefalù, dove Santo, fin da giovanissimo, viene introdotto nel mondo della pesca. La sua infanzia, segnata dal lavoro, ma anche dal forte legame con la propria terra, diventa il terreno fertile per la costruzione della sua identità. I valori che suo padre Salvatore gli trasmette, quelli del lavoro duro, della solidarietà familiare e del rispetto per la natura, saranno le basi che guideranno tutta la sua esistenza.

Il passaggio alla vita adulta e il primo grande salvataggio

La giovinezza di Santo Aquia è quella di un uomo che cresce nel rispetto della tradizione ma che, allo stesso tempo, sa affrontare le sfide della vita con determinazione. La morte di suo padre Salvatore, avvenuta prematuramente, segna un momento di grande dolore per Santo e i suoi fratelli. La morte del capofamiglia non spezza però la sua volontà di rimanere legato a Cefalù. Al contrario, lo spinge a prendere in mano le redini della sua vita e a dare il meglio di sé stesso. I suoi fratelli più grandi, ormai adulti e con una famiglia da mantenere, scelgono di tornare in America, un passo che segnerà la dispersione della famiglia. Tuttavia, Santo resta a Cefalù, dove con il passare degli anni continuerà a dedicarsi alla pesca, ereditando la passione del padre.

Uno degli eventi che segneranno il suo cammino è il salvataggio di un equipaggio in difficoltà, avvenuto il 1° marzo 1951. In quella data, una motonave palermitana in avaria rischiava di essere travolta dalle onde del mare forza 8. Santo e alcuni amici pescatori, trovandosi per caso sulla banchina di Cefalù, decidono senza esitazione di partire per soccorrere i naufraghi. Nonostante le condizioni di mare proibitive, impiegano due ore per raggiungere la motonave e riuscire a trarre in salvo tutte le persone a bordo, tra cui un bambino di cinque anni. Questo episodio segnerà profondamente la sua vita, confermando il suo spirito di sacrificio e il suo innato senso di responsabilità. Il racconto del salvataggio, ripetuto più volte da Santo, si conclude sempre con una risata, come se fosse un fatto naturale e quasi scontato. Ma dietro quella risata c’era un uomo pronto a rischiare la vita per salvare quella di altri.

La vita familiare e l’integrazione nella comunità

Nel 1952, Santo sposa Iolanda Serio, una giovane donna che condivideva con lui l’amore per Cefalù e per la tradizione familiare. Insieme a lei, Santo intraprende un nuovo capitolo della sua vita. La famiglia cresce, e Santo, pur rimanendo legato alla pesca, si avventura anche nel commercio del pesce, entrando nella società che gestiva una pescheria a Castelbuono. La sua capacità di adattarsi alle circostanze e di affrontare le difficoltà con grinta e determinazione è un’altra delle caratteristiche che lo rendono speciale. Il suo spirito di collaborazione, unito a una generosità senza pari, lo fa diventare un punto di riferimento per molti nella comunità, che apprezzano la sua sincerità e il suo impegno.

Santo diventa un padre esemplare, che cerca di trasmettere ai propri figli i valori che hanno guidato la sua vita: l’onestà, la generosità e il rispetto per il prossimo. La sua famiglia, purtroppo, dovrà fare i conti con una tragedia: la morte prematura della figlia Rosa, che morirà all’età di soli sei mesi. Questa perdita segnerà Santo profondamente, ma non lo farà mai arrendere. La sua fede, il suo amore per i propri cari e per la sua città, Cefalù, lo spingeranno a continuare, ad affrontare la vita con la stessa forza che lo ha sempre contraddistinto.

Nel corso degli anni, Santo diventa anche un punto di riferimento per i suoi nipoti, che considera come figli. Uno dei suoi nipoti, Salvatore, affettuosamente chiamato Billy, diventerà per lui come un figlio aggiuntivo. Quando Billy viene a vivere a Cefalù, Santo lo accoglie a braccia aperte, insegnandogli quei valori che da sempre ha cercato di trasmettere ai suoi figli: il valore della famiglia, della comunità, e dell’onestà. Questi insegnamenti resteranno impressi nella memoria di tutti coloro che l’hanno conosciuto.

La carriera nella Ntinna a mari

La carriera di Santo Aquia nella competizione della Ntinna a mari è uno degli aspetti più significativi della sua vita. Inizia a partecipare alla gara nel 1948, e ben presto si afferma come uno dei migliori pescatori della sua generazione. La Ntinna a mari è una tradizione che affonda le sue radici nel mondo della pesca e della cultura marinaresca siciliana, e la partecipazione a questa competizione era un atto che simboleggiava il legame profondo dei pescatori con il mare. Per anni, Santo compete con passione e determinazione, conquistando 15 vittorie, un record che lo consacra come il pluricampione della Ntinna. La sua partecipazione, però, non è solo una questione di competizione: per lui è una celebrazione della tradizione e della sua identità. La sua ultima partecipazione risale al 1982, quando, ormai sessantenne, decide di cedere il posto al figlio Giuseppe, ma la sua passione per la pesca non lo abbandona mai.

Santo è anche noto per la sua figura di uomo forte e robusto, capace di portare il gonfalone durante la processione del Corpus Domini, una delle celebrazioni più sentite dalla comunità locale. La sua presenza durante questa processione diventa un simbolo del suo legame profondo con Cefalù, con il mare e con la tradizione. La sua forza fisica, unita alla sua determinazione e al suo spirito di sacrificio, lo rende un esempio per tutti i giovani pescatori che guardano a lui come un modello da seguire.

Il suo carattere e le sue passioni

Santo Aquia è anche un uomo dalle mille sfaccettature, con una personalità che spazia dal lavoro al divertimento, dalla dedizione alla passione per lo sport. Nonostante la sua vita fosse incentrata sulla pesca, Santo nutre una grande passione per il calcio, in particolare per l’Inter, e ama seguire le gesta dei suoi beniamini, come Sandro Mazzola e Ronaldo. E’ anche un grande tifoso della boxe, e si sente vicino ai campioni come Cassius Clay e Nino Benvenuti. Il calcio e la boxe sono per lui una valvola di sfogo, un modo per socializzare con gli amici e per esprimere il suo carattere appassionato e combattivo.

Ma ciò che veramente distingue Santo è la sua generosità. La sua casa è sempre aperta a chiunque avesse bisogno, e il suo cuore grande lo rende capace di accogliere tutti con un sorriso e con un gesto di affetto. Per lui, l’onestà è un valore imprescindibile, e lo insegna a chiunque avesse voglia di ascoltarlo. Questi valori sono stati trasmessi non solo ai suoi figli, ma anche ai suoi nipoti, che lo ricordano come un punto di riferimento per la loro crescita.

Il suo lascito e l’eredità

Santo Aquia muore il 15 ottobre 1999, lasciando un vuoto enorme nella sua comunità. La sua morte, che coincide con il compleanno del suo amato nipote Billy, segna la fine di un’epoca, ma non la fine del suo ricordo. La sua eredità vive nelle storie che ancora oggi vengono raccontate dai pescatori della marina di Cefalù, dai suoi familiari e dai suoi amici. La sua vita, segnata da sacrificio, dedizione e amore per il prossimo, è un esempio che continuerà ad essere ricordato e celebrato. La sua figura non è solo quella di un grande pescatore e campione della Ntinna, ma anche quella di un uomo che ha saputo dare tutto se stesso per la sua famiglia, la sua comunità e la sua terra.

Santo Aquia ci insegna che la grandezza non sta solo nei successi tangibili, ma nei valori che una persona riesce a trasmettere attraverso le sue azioni quotidiane. La sua vita è un esempio di come l’amore per la propria terra, la dedizione al lavoro e l’affetto per la propria famiglia possano creare una storia di grande valore umano. Oggi, a Cefalù, il suo nome è sinonimo di onestà, generosità e amore per la comunità. La sua eredità perdura, e il suo esempio continua a vivere in chiunque lo abbia conosciuto e ne abbia apprezzato la forza, la passione e l’impegno.


La biografia di Santo Aquia, presentata in questo articolo, farà parte di una pubblicazione che Cefalunews sta curando per la sua uscita prevista nel mese di aprile 2025. Il libro raccoglierà le biografie di quei personaggi che hanno lasciato un’impronta indelebile nella nostra comunità e oltre. Se conosci storie di persone che hanno segnato la storia della nostra città con il loro impegno, che abbiano lavorato per il bene comune o che abbiano lasciato una traccia nelle istituzioni, nelle scuole, nelle chiese, nelle strade o nei luoghi di ritrovo, ti invitiamo a contribuire.

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