Saro Cerniglia nasce a Cefalù probabilmente nel febbraio del 1923, in una famiglia rispettabile. Trascorre l’infanzia con una zia, la signorina Tití Picciuca, che si occupava della chiesa del Purgatorio. Cresce in un ambiente in cui le condizioni sociali ed economiche erano difficili, specialmente con l’arrivo della Seconda Guerra Mondiale. Nonostante le difficoltà, studia fino all’Università e si iscrive alla facoltà di Giurisprudenza, con il sogno di diventare avvocato. Tuttavia, il destino lo porta su un percorso molto diverso, che avrebbe lasciato un’impronta indelebile nella vita di molte persone.
Fin dalla giovane età, Saro si distingue per la sua personalità socievole e carismatica. Era noto per la sua allegria contagiosa, il suo spirito festaiolo e la sua capacità di creare legami con le persone. Ha un forte attaccamento a Cefalù, che mantiene per tutta la vita, tornando spesso nella sua città natale nonostante la distanza. La sua presenza è sempre accolta con grande affetto da amici e familiari, che lo consideravano una figura di riferimento e una persona dal cuore generoso.
Il motivo della sua emigrazione in Francia è stato l’amore. Conosce la donna che sarebbe diventata sua moglie, Natalie, al Club Méditerranée e decide di trasferirsi a Parigi. Non ha un piano preciso quando lascia l’Italia, ma grazie alla sua natura socievole e adattabile, riesce presto a inserirsi nel nuovo contesto lavorativo. E’ assunto come consulente del personale in una delle più grandi imprese edili francesi, dove ha un ruolo determinante nell’assunzione di numerosi lavoratori, molti dei quali provenienti da Cefalù. Grazie a lui, tanti cefaludesi trovano un’opportunità di lavoro e si stabiliscono in Francia, in particolare nella città di Draveil. Questo non solo migliora la loro qualità di vita, ma contribuisce a rafforzare una comunità di cefaludesi all’estero, creando una rete di supporto e solidarietà.
Saro Cerniglia non si vantò mai del suo operato, ma è stato profondamente felice di poter aiutare i suoi compaesani. Il suo impatto sulla comunità cefaludese è stato enorme: molti dei suoi connazionali rimasero in Francia e avviarono attività proprie, mentre altri tornarono a Cefalù con nuove opportunità e risorse. La sua figura diventa leggendaria tra i cefaludesi emigrati, tanto che quando tornava a Cefalù veniva accolto con grande affetto e riconoscenza. Si racconta che una volta, passeggiando da Piazza Garibaldi a Piazza del Duomo, impiega due ore per il tragitto a causa delle numerose persone che si fermavano a salutarlo e ringraziarlo.
Oltre al lavoro, Saro mantiene sempre vivo il legame con la sua terra e i suoi amici. Organizzava ogni anno riunioni con i compaesani nella sua casa di villeggiatura, dove si facevano grigliate e si ricordavano i tempi passati. Aveva persino decorato una stanza con reti da pescatore e nasse, simboli delle sue radici cefaludesi. Questi momenti di condivisione erano particolarmente importanti per lui, perché gli permettevano di mantenere vivo il contatto con le sue origini e di trasmettere ai più giovani il valore della comunità e delle tradizioni.
La sua generosità si manifestava anche nella quotidianità: era sempre disponibile ad aiutare chiunque avesse bisogno, sia in Francia che a Cefalù. Le persone lo cercavano non solo per un’opportunità di lavoro, ma anche per un consiglio o un incoraggiamento. Il suo carisma e la sua capacità di entrare in sintonia con gli altri lo rendono una figura di riferimento per molti emigrati, che grazie a lui trovano il coraggio di affrontare le difficoltà della vita lontano da casa.
Nel tempo, il suo contributo si estese anche alla sfera culturale e sociale. La sua casa diventa un punto di incontro per tanti cefaludesi, che vi trovavano un angolo della loro terra lontano da casa. Saro amava organizzare eventi conviviali, dove si discuteva non solo di lavoro, ma anche di tradizioni, cultura e ricordi legati a Cefalù. Il suo esempio spinge molti altri a seguire le sue orme, cercando di creare opportunità per sé e per gli altri.
Nell’estate del 1985, Saro Cerniglia si preparava a tornare a Cefalù, come era sua abitudine. Tuttavia, pochi giorni prima della partenza, è stato ricoverato in ospedale a causa di un’embolia polmonare. Purtroppo, non riesce a superare la malattia e muore in Francia. Il suo desiderio era di essere seppellito a Cefalù, ma le circostanze lo impedirono, e il suo corpo rimase in terra francese. La notizia della sua scomparsa suscita grande dolore tra coloro che lo conoscevano e che avevano beneficiato del suo aiuto e della sua amicizia.
Il ricordo di Saro Cerniglia vive ancora tra coloro che lo hanno conosciuto. Rimane un esempio di determinazione, generosità e attaccamento alla propria terra, un uomo che con il suo carisma e il suo impegno ha segnato profondamente la vita di tanti cefaludesi, sia in Francia che a Cefalù. Il suo contributo va oltre il semplice aiuto lavorativo: ha lasciato un’eredità di valori, solidarietà e senso di appartenenza che continua a ispirare le generazioni successive. Ancora oggi, chi lo ha conosciuto ricorda con affetto il suo sorriso contagioso, la sua capacità di unire le persone e il suo profondo amore per la sua terra natale. La sua storia è la testimonianza di come una persona, con il suo impegno e la sua generosità, possa fare la differenza nella vita di molti.