Consiglieri di maggioranza sul piede di guerra. Sarebbero pronti a far decadere il consiglio comunale, dimettendosi in massa, se non lascia Emanuele Sceusi dalla carica di Presidente. «Già questa estate avevano provato a revocarmi – scrive Sceusi sulla sua pagina facebook – uscendo sconfitti dalla loro stessa proposta, non avendo, strano ma vero, i numeri per farlo». Al presidente contestano l’aver presentato una mozione sulla gestione del Centro Polivante di C/da Stretto. «In particolare – continua Sceusi – eccepiscono il fatto che volessi dare lettura del documento non avendoli preventivamente avvisati ed essendo l’argomento da me proposto fuori dai punti all’ordine del giorno». Per il presidente, però, la sua condotta è assolutamente conforme alle previsioni normative regolanti il funzionamento del consiglio comunale. «Trattandosi semplicemente di una mozione, una proposta – aggiunge – non sarebbe stata necessaria, in quella sede, da parte loro alcuna votazione, alcuna decisione, ma solo uno sforzo: l’ascolto. Niente da fare, hanno preferito buttarla in gazzarra, trovare una scusa per uscire dall’aula e dichiarare di non farvi più ritorno se non dopo le mie dimissioni».
Sceusi, però, di quanto è accaduto ha un’altra chiave di lettura. «In quella seduta consiliare l’amministrazione sarebbe stata chiamata a dare spiegazioni sull’uso dei denari pubblici per le spese relative alle manifestazioni estive. Che sia questo il vero fastidio?. Gazzarra». Sceusi spiega che il ruolo del presidente del Consiglio impone terzietà. Atteggiamento che, se da una parte sconsiglia posizioni di netta contrapposizione nei confronti dell’amministrazione, dall’altra parte non impone un atteggiamento supino, amichevole o, nelle peggiori delle ipotesi, connivente.
«Nel corso della mia vicenda politica – scrive ancora il Presidente – ho notato delle storture, che mi hanno portato ad allontanarmi dalla maggioranza. Prescindendo dalla pochezza delle loro argomentazioni in risposta alle mie, mi chiedo quali mire ostacolino la presenza di un organo di controllo non più amico. Perchè dovrei dimettermi? Per dare tempo e modo all’amministrazione in carica di nominare un presidente compiacente? Per permettere loro di convocare un consiglio comunale ogni 3 mesi, sfuggendo in tal modo, sebbene in maniera perfettamente legale, al confronto pubblico, inclinazione peraltro dimostrata in più di un’occasione. Non ci sto! Non ci sto perchè hanno i numeri per portare avanti i loro progetti e le loro idee, mentre continuano a perdere tempo ed opportunità».
Il Presidente dice che sua figura, oggi diventata scomoda, non comporta ostacoli alla loro azione perchè «insieme a quella dei consiglieri che non si riconoscono in questa maggioranza, esercito solo un controllo ed una testimonianza riconducibili ad un punto di vista diverso dal loro. L’interrogazione consiliare è stata firmata da tutti i consiglieri che non si riconoscono nella maggioranza. La richiesta di spiegazioni è solo uno sprone, una possibilità, per chi è sicuro della bontà del proprio operato. Con questo, risulti ben chiaro, non è mia intenzione fare allusione alcuna, e se dei dubbi sorgono, questi nascono solo dalla loro manifestata volontà di sfuggire al confronto, al quale io, invece, non intendo sottrarmi».
Sceusi chiude dicendo che si fermerà dal chiedere pubblicamente, e da privato e libero cittadino, spiegazioni circa l’utilizzo del denaro pubblico in merito alle manifestazioni estive; spiegazioni sulla gestione dei beni pubblici; spiegazioni sulla gestione del servizio idrico; spiegazioni sulla situazione relativa al Piano Regolatore Generale. «E’ quello che ho sempre fatto, ieri all’interno della maggioranza, oggi all’esterno della stessa, domani da privato cittadino. Chiudo con un invito al lettore – elettore: in quanto cittadini, queste spiegazioni cominciate a pretenderle anche voi!».