Il 2016 ci sta per lasciare, tuttavia, sarà ricordato nell’ambito degli studi etnoantropologici, per due importanti ricorrenze: il centenario della morte di Giuseppe Pitrè (1841 -1916) e Salvatore Salomone Marino (1847 – 1916) ambedue medici e demologi, figure di alto spessore, senz’altro determinanti per la nascita e l’affermazione dell’etnografia e della “scienza del folclore” (1). In realtà il Pitrè di cui ho già avuto modo di parlare (2) fu il fondatore in Sicilia della “demologia”, da lui battezzata “demopsicologia” (psicologia del popolo). Mentre, il folclorista filologo Salomone Marino, fu fondatore con Pitré dell’Archivio per lo studio delle tradizioni popolari. Riporto con piacere la breve biografia di Salomone Marino a cura del medico licatese Nicolò La Perna, tratto dal libro: “Rusidda… a licatisi – Rosa Balistreri” Ed. La Vedetta 2010.
«Salomone Marino Salvatore, medico e folclorista (Borgetto, Palermo, 1847 – 1916); fu uno dei ricercatori più appassionati di canzoni, poesie, costumi, proverbi e del folklore siciliano in genere. Fu amico di Pitrè con il quale fondò la rivista “Archivio storico delle tradizioni popolari siciliani” (A.S.T.P.) 1882. Seguendo l’esempio del Pitrè ha raccolto canzoni, poesie, proverbi, scioglilingua ecc. che ha pubblicato in vari volumi: La storia nei Canti popolari siciliani Tip. Michele Asmenta, 1968 “Canti popolari siciliani in aggiunta a quelli di Vigo”, Ed. Giliberti 1887 (vi sono 748 canti solo in versi); “Canti popolari siciliani nel secolo XVI, XVII e XVIII”, Palermo 1982 “Costumi e usanze dei contadini di Sicilia”, 1879 “Spigolature storiche siciliane”, Ed. Luigi Pedone Lauriel, 1887 “Leggende popolari siciliane”, Ed. Luigi Pedone Lauriel 1880 “Aneddoti, proverbi e motteggi” illustrati da novellette popolari siciliane; Il Marino Salomone viene ricordato soprattutto per il libro “La baronessa di Carini”, Ed. Tipografia del Giornale di Sicilia 1870, ripubblicato in 2 edizioni da Luigi Pedone Lauriel, 1873 dove oltre al poemetto popolare anonimo del secolo XVI scritto in dialetto siciliano, l’autore riporta le sue ricerche storiche sull’accaduto con scritti e documenti riportanti le motivazioni del genitore assassino, e della giustizia spagnola che per motivi d’onore scagionava il padre della baronessa. Nei suoi libri oltre alla citata “La baronessa di Carini” troviamo alcune canzoni del repertorio di Rosa Balistreri tra questi: Lassarimi accussì al n° 577 del libro Canti popolari; M’arrusicu li gradi al n° 591; Nun dormu né riposu a tia pinsannu al n° 125 è una variante della famosa canzone “Mi votu e mi rivotu”; Morsi cu morsi al n° 558; Quantu basilicò al n 228; Stanotti la me casa al n° 285; Vinni a cantari ad ariu scuvertu al n° 266».
(1) Annamaria Amitrano Savarese La scuola antropologica siciliana, in Sicilia antropologica, Publisicula Editrice 1997.
(2) Giuseppe Longo, “Cento anni fa moriva lo scrittore e antropologo Giuseppe Pitrè”, Giornale del Mediterraneo.
Giuseppe Longo
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