Il rilancio di Cefalù parte dall’unità del mondo imprenditoriale cefaludese oggi diviso in più rivoli socio-politici. La crisi sociale e culturale, che vive da alcuni anni la città di Ruggero, ha le sue radici nelle spaccature che si registrano in quell’area politica che storicamente ha fatto di Cefalù una cittadina turistica. Le divisioni e i distinguo nel mondo social-liberale cefaludese, infatti, hanno creato una sorta di qualunquismo politico e una classe dirigente senza progetti per lo sviluppo di Cefalù. Tutto questo ha provocato lo sbando amministrativo della città che ha isolato la comunità cefaludese dal panorama turistico siciliano e internazionale.
La grave crisi culturale ed economica, che vive da alcuni anni Cefalù, è avvertita maggiormente dal mondo imprenditoriale. Con arte, inoltre, certa politica ha messo contro cittadini e imprenditori. Per il rilancio di Cefalù occorre anzitutto mettere fuori gioco coloro che guardano alla città per le proprie manie di personalismo politico. Cefalù non potrà mai essere lo sgabello di chi pensa di fare fortuna politica distruggendo la comunità e i suoi valori. Bisogna superare, quindi, le frammentazioni e le divisioni create ad arte da chi vive all’ombra del «dividi e comanda».
Per il rilancio di Cefalù, in vista delle prossime elezioni comunali, urge portare attorno allo stesso tavolo di programmazione il mondo imprenditoriale locale e quanti guardano al futuro di Cefalù nell’ottica della progettazione pubblica. La grande forza social imprenditoriale cefaludese, che ha fatto grande Cefalù nel mondo del turismo, non può dividersi dietro le sollecitazioni di politici che mirano solo ai loro interessi personali. La grande forza sociale e politica che nel passato ha saputo coniugare gli interessi privati con quelli pubblici, rendendo grande Cefalù, non può restare passiva di fronte a chi, pur di comandare, guarda solo al proprio personalismo sociale e agli assurdi meccanismi del clientelismo politico.