A Palermo è stato eretto il santuario di San Benedetto il Moro

Un Santuario simbolo della cultura dell’accoglienza, cui la Città di Palermo trova un riferimento e una risposta in un’epoca di grandi migrazioni. Si tratta del Santuario di San Benedetto il Moro nella parrocchia di Santa Maria di Gesù, alle falde di Monte Grifone il cui annuncio è stato dato dall’Arcivescovo, monsignor Corrado Lorefice, domenica sera, al termine della celebrazione di  insediamento del nuovo parroco, il francescano fra’ Paolino Saia.
“Nella città che vuole essere capitale dell’accoglienza – ha detto Lorefice – un santo co-patrono nero va valorizzato. Soprattutto se il luogo della sua morte, avvenuta nel 1589, è meta di pellegrinaggio da tutta la Sicilia e da parte di cristiani di ogni etnia”.
Un luogo di devozione che va ad aggiungersi ai santuari diocesani già esistenti di Santa Rosalia a Monte Pellegrino, Madonna dei Rimedi e la Madonna della Milicia ad Altavilla.
La storia di Benedetto Manasseri risale al XVI secolo. Questo santo eremita nacque nel 1524 in una famiglia di schiavi (Cristoforo e Diana), condotti dall’Africa a San Fratello in provincia di Messina. Nato libero per concessione del padrone Vincenzo Manasseri, sin da ragazzo visse nella solitudine e nella penitenza, occupandosi dei più poveri. A 21 anni cominciò la sua vita da eremita, ma dovette cambiare più volte sede per via della fama di santità che attirava parecchia gente. Si rifugiò anche a Monte Pellegrino. Nel 1562, papa Pio IV ordinò che la congregazione dei frati detti “del Lanza”, di cui Benedetto faceva parte, fosse sciolta. Benedetto scelse l’ordine dei frati minori riformati e di vivere  a Santa Maria di Gesù, dove rimase fino alla morte.

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