Il 2016 si apre a Cefalù nel segno della protesta. Parte a gennaio da Sant’Ambrogio ed è guidata da Pino Cinquegrani. Andrà avanti per tutto l’anno fra alti e bassi. Per Cinquegrani la frazione di Sant’Ambrogio deve tornare a splendere come nel passato. «Il tempo è scaduto – scriveva all’inizio della protesta sulla sua pagina facebook – dobbiamo riprenderci il nostro paese. Coraggio. Forse cominciano a pensare di fare un visita a Sant’Ambrogio. E forse pure al gran completo, forse pure il delegato di Sant’Ambrogio e speriamo che per lui sia l’ultima da delegato perchè noi non lo vogliamo e presto partiremo con una petizione per le sue dimissioni. Il silenzio uccide. La lotta paga. Sant’Ambrogio tornerà quella di una volta».
Il secondo mese dell’anno vede la nascita del comitato ferrovia impatto minimo. E’ l’8 febbraio quando allo Spinito nasce un comunitato con l’obiettivo di vigilare sui lavori del raddoppio ferroviario che dovrà attraversare la città di Cefalù. «Il Comitato – si legge nel suo suo primo comunicato – si propone di sviluppare un confronto proficuo , con le Istituzioni coinvolte nel Progetto di raddoppio della tratta ferroviaria Fiumetorto-Cefalù-Castelbuono , al fine di contenere al minimo l’impatto ambientale e paesaggistico».
A marzo il vento torna a danneggiare il tetto del Palatricoli. E’ la terza volta in tre anni.Era accaduto il 30 gennaio del 2014. Si è ripetuto un anno dopo a ed è tornato a ripetersi anche il 21 marzo di quest’anno. Proprio in occasione del danno del 2015 scrivevamo: «Adesso bisognerà stare attenti che non ritorni fra un anno. Sono bastate alcune raffiche di vento, infatti, per scoperchiare il Palazzetto. La coincidenza dovrebbe spingere ad una riflessione il mondo della politica e non solo. Ma in questo territorio si usa ancora riflettere?»
Ad aprile arrivano i lenzuoli bianchi allo Spinito. E’ il 25 aprile quando tante famiglie, preoccupate per quanto potrebbe accadere sotto le loro abitazioni con l’arrivo della stazione ferroviaria, espongono lenzuoli bianchi per tutta la giornata dai loro balconi e dalle loro finestre. A promuovere l’iniziativa è stato cefalunews.
E’ il 3 maggio quando la città di Cefalù si sveglia con la notizia di un’operazione della Polizia di Stato, denominata “spiagge libere”. Interecttazioni, pedinamenti ed acquisizioni documentali della sezione Investigativa del Commissariato di Cefalù avrebbero “scoperchiato” l’ennesima storia di corruzione fatta di abusi, favori ed atti illegittimi di funzionari “infedeli” che non sapevano come “adoperarsi” per soddisfare, quasi in tempo reale, ogni richiesta dello spregiudicato imprenditore cefaludese mentre tanti esercenti di lidi balneari di Cefalù e dell’intera provincia palermitana attendevano mesi, se non anni, per il rinnovo di una concessione o, più semplicemente, per ottenere il sub-ingresso in un’altra. E’ proprio dalle denunce di uno di questi operatori balneari esasperato dal comportamento dilatorio, ambiguo ed equivoco di questi funzionari, raccolte oltre un anno fa dal dirigente del Commissariatodi Cefalù, Manfredi Borsellino che avrebbe tratto origine l’intera inchiesta.
Il 16 giugno, invece, la città di Cefalù si sveglia fra le fiamme. Da Mazzaforno a Sant’Ambrogio questo giorno è passato alla storia come il giorno dell’inferno cefaludese. Le fiamme hanno avvolto la città distruggendo quanto incontravano. E’ stato un inferno provocato dai piromani. Ne sono convinti gli investigatori del commissariato della polizia di Stato, diretto da Manfredi Borsellino, che hanno chiesto anche l’intervento della scientifica. L’ipotesi che dietro i roghi ci sia un piano criminale nasce dal fatto che i focolai sono scoppiati contemporaneamente in diversi posti anche lontani. I piromani avrebbero scelto le condizioni più favorevoli per provocare danni maggiori. All’autocombustione, insomma, non ci crede più nessuno. Spegnerle, però, non è facile. Tanta l’improvvisazione che ha fatto sbarcare le fiamme anche sul lungomare.
A luglio il Cristo Pantocratore della Cattedrale finisce sullo sfondo della messa del Papa in Polonia. E’ stato collocato, infatti, sullo sfondo dell’Area celebrativa per la Messa che Papa Francesco ha celebrato a Czestochowa per il 1050° anniversario del battesimo della Polonia. Il volto del Pantocratore è stato collocato al centro dello spazio riservato ai Vescovi che hanno concelebrato con Papa Francesco. Sono stati tantissimi i cefaludesi, residenti ed emigrati, che hanno evidenziato il fatto sulle loro pagine facebook.
E’ l’11 agosto quando si apprende la notizia della morte del vescovo Francesco Sgalambro che ha guidato la diocesi di Cefalù per nove anni fra il 2000 e il 2009. E’ stato sepolto nella cripta della Cattedrale cefaludese. E’ stato un vescovo santo che ha camminato con umiltà fra le strade di Cefalù e dei comuni della diocesi che ha guidato.
A settembre l’ospedale Giglio piomba nella paura per la notizia di un suo ridimensionamento. Si annuncia la chiusura di diversi reparti e il suo decrassamento ad un ospedale di base. Scatta una protesta. Ci vogliono nove giorni per scoprire che sull’Ospedale Giglio non c’è alcun progetto di ridimensionamento. «Sparito per miracolo? Per lungimiranza della politica? No per gioco di prestigio!» commenta il consigliere comunale Marzo Larosa.
Il 30 ottobre in Cattedrale arriva la targa Unesco ed a Cefalù è festa. Dopo le celebrazioni di Palermo e Monreale anche la Basilica ruggeriana di Cefalù ha la sua targa Unesco collocata nella piazza principale della città ai piedi del Duomo. Vi si annuncia in tre lingue che: «il sito Palermo arabo normanna e le Cattedrale di Monreale e Cefalù» è stato iscritto nella lista del Patrmonio mondiale dell’Umanità. La manifestazione, però, ignora quanti si sono adoperati per fare arrivare l’Unesco a Cefalù. A farlo sapere è una lettera che Luciano Luciani ha inviato alla nostra redazione. «I veri protagonisti, ancorché quelli che si sono attribuiti i meriti – scrive Luciani – sono stati la prof.ssa Maria Andaloro, castelbuonese, formatasi al liceo classico Mandralisca di Cefalù, la quale, con la schedatura dei beni e il dossier, ha assicurato, altresì, un fondamentale contributo alla elaborazione e realizzazione del piano di gestione, l’On.le Tonino Russo, promotore della mozione parlamentare, la compianta On.le Alessandra Siragusa, l’On.le Valentina Aprea, la commissione cultura della Camera dei Deputati, Luciano Schimmenti, fotografo di Polizzi Generosa, realizzatore delle 30 fotografie artistiche costituenti la mostra esclusiva, promossa dall’Istituto Regionale Siciliano Fernando Santi e Luciano Luciani, in qualità di Presidente del Comitato promotore per la candidatura dei beni storico monumentali arabo normanni di Cefalù, Monreale e Palermo quale patrimonio dell’umanità».
A novembre sette persone trasformano un sogno in realtà. Stefano, Dario, Fabio, Carmelo, Giuseppe, Innocenzo e Francesco facendo squadra hanno fatto rivivere il Palatricoli di Ogliastrillo. A raccontare quanto è accaduto pensa il presidente del Real Cefalù, Stefano Castiglia. «Sono stati mesi duri, mesi in cui erano più le porte chiuse in faccia che la possibilità di poter parlare per trovare una soluzione , mesi in cui la “macchina” del Real Cefalù era in moto percorrendo un campionato di B nazionale in giro per l’Italia ed era impossibile poterla fermare, avrebbe fatto Cefalù una figura ridicola visto che la società ha portato e porta il nome della cittadina normanna». Volere è potere e così sabato 12 novembre Cefalù ed il comprensorio si sono riappropriati del loro palasport tanto mortificato e poco difeso.
L’anno si chiude con Rete ferroviaria italiana che smentisce il sindaco di Cefalù. Tutto nasce quando giovedì 29 dicembre il primo cittadino, in un comunicato, annuncia delle novità sui lavori ferroviari che dovranno attraversare il territorio cefaludese. Il sindaco dice che saranno aboliti: la “galleria di sfollamento” della nuova fermata sotterranea di Cefalù, la così detta “finestra” di Sant’Ambrogio e il piazzale per l’inversione della “talpa” di Contrada Carbone. Opere, sostiene il primo cittadino, che avrebbero avuto un forte impatto per l’ambiente. La comunicazione del sindaco, però, viene subito smentita dallo stesso amministratore delegato di Rfi. «Nessuna modifica – dice – è stata decisa, né tantomeno annunciata, essendosi trattato di una mera fase di confronto interlocutorio dal quale sono emerse ipotesi di variazioni che dovranno concretizzarsi in successivi progetti da approvare. In particolare, poi, occorre precisare che non si registrano condizioni di instabilità, come paventato da un consulente del Comune, non essendoci problemi di sicurezza o di potenziali pericoli connessi allo scavo delle gallerie. Non si ipotizza, infine, alcuna eliminazione della ‘finestra Sant’Ambrogio’, prevista per gli aspetti connessi all’esercizio ferroviario, né tantomeno del piazzale di inversione della ‘talpa’».