Novant’anni fa, nei giorni tra il 21 e il 25 febbraio, la Sicilia fu sconvolta da una persistente area depressionaria che colpì soprattutto la parte nord-occidentale dell’isola, provocando per le incessanti piogge, ingenti danni a cose e persone. Si verificarono frane, esondazioni e vittime. Da questo nubifragio di estrema violenza fu coinvolta anche la città di Termini Imerese. In realtà, l’eccezionale evento meteorologico provocò gli straripamenti dei fiumi: San Leonardo, Torto, Imera settentrionale e del torrente Barratina.
La devastante alluvione coinvolse in particolar modo il ponte ferroviario sito sul San Leonardo che collegava e collega la tratta Palermo – Termini Imerese. Infatti, la furia delle acque provocò l’erosione degli argini naturali e scalzò gradualmente la fondazione di uno dei due piloni centrali che reggeva il ponte in ferro, destabilizzandolo. Il cedimento del pilastro avvenne nella notte del 21 febbraio 1931, al transito del primo convoglio, nello specifico, un treno merci proveniente da Palermo.
L’avvenimento ebbe un’eco notevole, tanto che il celebre pittore copertinista della “Domenica del Corriere”, Achille Beltrame (1871 – 1945), dedicò a quel tragico episodio, una copertina del popolare periodico milanese.
Per noi termitani è molto nota la tavola illustrativa de “La Domenica del Corriere” – Supplemento illustrato del Corriere della Sera – del 5 aprile 1931.
Infatti, nel numero precitato che ho avuto modo di leggere, la didascalia a corredo del disegno recita:
“Le erosioni e gli altri guasti prodotti dalla recente grande alluvione hanno fatto cedere il ponte di san Leonardo, sulla linea Palermo-Termini, proprio mentre passava un treno merci. Il Genio sta ora costruendo, a fianco del vecchio, un nuovo ponte in ferro. E il servizio ferroviario continua col solo inconveniente del trasbordo dei viaggiatori da una riva all’altra del corso d’acqua”.
Circa il triste avvenimento, oltre all’illustrazione di Beltrame, peraltro molto realistica, esistono anche diversi scatti fotografici che circolano in rete, mentre, altre foto inedite, si trovano custodite presso noti e stimati collezionisti termitani.
Tuttavia, incontrandomi con uno di questi “ricercatori di antichità”, mi sono imbattuto in una specifica cartolina – fotografica in bianco e nero, viaggiata (datata 20 marzo 1931), che raffigura da un’altra angolazione visiva, quel tragico episodio. Infatti, la foto ritrae:
- In primo piano, tre militi della Milizia Ferroviaria (di cui non conosciamo i loro nomi), in posa preordinata, verosimilmente componenti della squadra dei soccorsi;
- Sullo sfondo, il ponte in ferro crollato, questi, realizzato a un solo piano, a parete singola, e costruito da pannelli modulari di tre metri, chiodati fra di loro;
- A fianco del ponte caduto, il nuovo in costruzione, nello specifico un Roth Wagner, molto più resistente del precedente;
- Infine, la locomotiva del gruppo 7401 precipitata sul greto del fiume.
La cartolina che immortala questa scena d’epoca, è un’altra testimonianza tangibile che si aggiunge nel contesto storico-sociale della città di Termini Imerese del secondo anteguerra. La foto, come dicevamo, ha per soggetto principale oltre al ponte crollato e il nuovo in fase di costruzione, anche la rappresentanza di una specialità della Milizia volontaria per la sicurezza nazionale, ossia la Milizia Ferroviaria.
Rammentiamo che la Milizia Ferroviaria fu istituita il 12 aprile 1923 e organizzata con R.D.L. del 30 ottobre 1924, n. 1686, […] quale organo speciale di Polizia Ferroviaria per la prevenzione e repressione di reati sulle ferrovie e con compiti eminentemente tecnici attinenti al servizio ferroviario […]. (Cfr. Stefano Frascolla, Giuseppe Panico – Treni armati, Manuale di Polizia Ferroviaria, Arti Grafiche Renna Palermo, 10 agosto 1951).
La Milizia Ferroviaria Nazionale, una specialità della Milizia Volontaria per la Sicurezza Nazionale (M.V.S.N.), già dal maggio del 1923 aveva sostituito i disciolti nuclei di Polizia Ferroviaria, nel servizio di vigilanza nelle ferrovie del Regno d’Italia. La M.V.S.N. […] Faceva parte delle Forze Armate e dipendeva dal Ministero delle Comunicazioni per il suo impiego, e dai Commissariati locali di Pubblica Sicurezza per il mantenimento dell’ordine pubblico. I militi della ferroviaria vestivano l’uniforme della MVSN con cappello alpino, e al posto dello scudetto, sul braccio portavano un distintivo formato da una ruota di treno in mezzo a due ali, il tutto ricamato in canottiglia oro su fondo cremisi […]. (Cfr. Felix Villa, Scudetti molto speciali, Uniformi e Armi n.89, Agosto 1998).
Riguardo all’uniforme indossata dai tre militi, la tecnica costruttiva dei ponti sul San Leonardo e la locomotiva a vapore delle Ferrovie dello Stato raffigurati in cartolina, saltano rapidamente all’occhio “per gli addetti ai lavori”, quegli elementi pertinenti, circa la documentazione storico-militare.
Infatti, abbiamo consultato due specialisti in materia: Diego Bosi, studioso di uniformologia e il Gen. Mario Pietrangeli, già comandante di unità militari ferroviarie, i quali entrambi ci hanno rilasciato gentilmente le loro dettagliate descrizioni informative, senz’altro uniche e preziose.
tracolla la bandoliera in cuoio marrone a due scomparti (tipico della milizia), per le munizioni cal. 10,35 del revolver Bodeo mod. 1889.
La bandoliera per pistola veniva portata su tutte le uniformi e cappotti ad eccezione del cappotto di colore nero. Data la località, probabilmente appartenevano alla 13^ Legione ferroviaria TRINACRIA».
Le locomotive nacquero dotate di freno automatico ad aria compressa Westinghouse e presa di vapore per il riscaldamento delle vetture viaggiatori. Per quanto riguarda il tender, venne adottato quello a tre assi per le prime unità fino alla 740.294 e per 150 locomotive successive quello unificato a carrelli da 22 metri cubi».
L’episodio della caduta del Ponte San Leonardo, non ci è stato tramandato solamente attraverso l’azione immediata della fotografia e l’attenta analisi della rappresentazione grafica, ma, anche, attraverso una particolare poesia popolare intitolata: “La caduta di lu ponti San Lunardu”, o “L’alluvione del 1931”, a firma di Carmelo Birtulini di li Grutti, (Carmelo Bertolino da Grotte). L’autore della poesia, come ci riferisce il Dr. Agr. Gioacchino Capodici che lo ha appreso dal papà, Agostino, “era un poeta analfabeta che componeva versi in siciliano in rima baciata”. In realtà, i versi furono ricordati a memoria dai compianti Agostino Capodici e Agostino Indovina, durante la mostra fotografica “Termini 1900-1940 – Michele Salvo fotografo”, allestita dai fratelli Michele e Francesco Ciofalo, nella chiesa di S. Croce al Monte di Termini Imerese, nel periodo gennaio-febbraio del 1979.
Riportiamo pertanto, prima di concludere, le prime due strofe e la sesta della sopraccennata poesia in vernacolo, o meglio una sorta di ottava siciliana; inserendo proprio in quest’ultima metrica, qui per la prima volta, anche un verso inedito, non presente nella pubblicazione postuma del Navarra.
“La caduta di lu ponti San Lunardu” o “L’alluvione” del 1931
Lu vintunu di lu misi di frivaru
‘na nuttata di ventu, acqua e scuru
ca li iardina mari addivintaru,
lu trenu cu lu ponti spunnò puru.
Na culonna spunnò tutta di paru
ca nun paria nè petra nè muru.
Trenu e pirsuni all’aria arristaru
ca iu stissu ca lu dicu m’apparu.
Furtuna ch’era un trenu materiali
e puru ca purtava poca genti
machinista e suddati tutti avali
e un caputrenu; chi forti spaventi!
scapparu comu aceddi di canali
pi li caselli furtunatamenti.
A la cunta ci mancava un capurali,
la vita cci la persi eternamenti.
“La caduta del ponte San Leonardo” o “L’alluvione” del 1931
Il ventuno del mese di febbraio
una nottata di vento, pioggia e buio
da far diventare mare i terreni coltivati,
il treno affondò con tutto il ponte.
Prese in pieno una colonna
che non sembrava né pietra né muro.
Treno e persone rimasero in aria
che io stesso mentre lo dico provo paura.
Fortuna che era un treno merci
e pure che trasportava poche persone
macchinista e soldati tutti uguali
e un capotreno; che forti spaventi!
Sono scappati come uccelli dalle tegole
verso gli orti, fortunatamente!
Alla conta, mancava un caporale,
ci ha perso la vita per sempre.
Strofa sesta (in grassetto il verso inedito)
l’acqua du sciumi fici tantu dannu
a certi punti quattru metri funnu
li metri di larghizza nun si sannu
ca iu stissu ca lu dicu mi cunfunnu
semi e casi si iava tirannu
e li pianti li scippava tunnu
Pirsuni ca arristaru lagrimannu
pari c’avia vinutu ‘a fini [d]u munnu
Strofa sesta traduzione (in grassetto il verso inedito)
l’acqua del fiume fece tanto danno
in certi punti quattro metri profondo
i metri di larghezza non si sanno
che io stesso che lo dico mi confondo
semi e case si portava con sé
e le piante sradicava rotondamente
Persone che rimasero piangendo
sembrava fosse arrivata la fine del mondo
La macchina aveva le seguenti caratteristiche:
lunghezza: 18075mm con tender a tre assi; 19885mm con tender a carelli
Massa in servizio: 66500 Kg
Massa aderente: 56000Kg
Diametro ruote motrici: 1370mm
Potenza: 980 CV (720KW)
Sforzo di trazione 14700 Kg
Velocità massima: 65 Km/h.
Allo scoppio della seconda guerra mondiale, alcune locomotive furono assegnate al traino dei treni armati della Regia Marina.
Si ringrazia per la gentile collaborazione: la Dott.ssa Claudia Raimondo (Direttrice della Biblioteca Comunale Liciniana di Termini Imerese), l’Ing. Michele Ciofalo, il Dott. Michele Ciofalo. Il Prof. Luigi Ricotta, il Dr. Agr. Gioacchino Capodici, e il Prof. Fonso Genchi (Presidente dell’Accademia della Lingua Siciliana).
Inoltre, i nostri ringraziamenti vanno anche a: Mario Pietrangeli, Generale di Brigata (Ris), Mario Piraino, Generale di Brigata (Ris), Diego Bosi (studioso di uniformologia), Virginio Trucco (storico navale), Eduardo Giunta Fotografo (per le riproduzioni illustrative inserite nel testo) e Girolamo Mangiafridda (Collezionista).
Foto di copertina: Cartolina viaggiata (datata 20 marzo 1931). Ponte ferroviario sul fiume San Leonardo. Per gentile concessione di Girolamo Mangiafridda.
Foto: “Alluvione del 1931: crollo del ponte ferroviario sul fiume San Leonardo”, per gentile concessione di Francesco e Michele Ciofalo.
Bibliografia:
Giuseppe Cocchiara, “L’anima del popolo italiano nei suoi canti” Hoepli Editore, 378 pp. 1929
La Domenica del Corriere – Supplemento illustrato del Corriere della Sera – Anno XXXIII – n.14 del 5 aprile 1931- Anno IX
Stefano Frascolla, Giuseppe Panico – Treni armati, Manuale di Polizia Ferroviaria, Arti Grafiche Renna Palermo, 10 agosto 1951
Luigi Ricotta – Aspetti del folklore di Termini Imerese, Università degli Studi di Palermo, Facoltà di Lettere, Relatore prof. Giuseppe Cocchiara, A.A. 1956-57, Tesi di Laurea inedita, 268 p.
Felix Villa, Scudetti molto speciali, Uniformi e Armi n.89, Agosto 1998
Giuseppe Longo 2013 “Il Treno Armato di Termini Imerese nel contesto della difesa costiera siciliana”, Giornale del Mediterraneo, 8 marzo
Giuseppe Navarra “Termini com’era” GASM, 352 pp. 2000
Giovanni Cornolò, “Locomotive a vapore”, Tutto Treno, quarto fascicolo 2014, Ermanno Albertelli Editore, Duegi Editrice
Antonio Contino “Aqua Himerae idrografia antica ed attuale dell’area urbana e del territorio di Termini Imerese (Sicilia centro-settentrionale)” Giambra Editori, 300 pp. 2019
Giuseppe Longo 2020 La storia dei treni armati della Regia Marina cefalunews.org. 28 luglio
Michele Antonilli, Mario Pietrangeli, “Il fischio del vapore e gli echi delle battaglie. Strade ferrate e Risorgimento lungo la valle del Tevere”, Armaganta editore, 122 pp. 2020
Giuseppe Longo
[email protected]
@longo redazione