La figlia dei coniugi Neumair, assassinati dal figlio Benno, si chiama Madé. Parlando del fratello dice che aveva capito tutto sin dal principio. «Mio fratello mi ha procurato un dolore acuto a mani nude. E ha sempre depistato». Madè è chiusa nel silenzio e nel lutto. Affranta dal dolore, ma mai preda dello sconcerto al punto di non riuscire a leggere tra le righe. Ha sempre fatto capire di essere convinta che la verità sulla scomparsa dei genitori era dovuta a un’azione violenta. Ha sempre sospettato il fratello che viveva nella stanza accanto dei suoi.
Madè racconta il suo rapporto con il fratello. «Il nostro rapporto era molto buono fino a dieci anni fa, quando Benno era stato lasciato dalla sua ragazza ed era entrato nel mondo del body building. In quel periodo Benno era studente ad Innsbruck ed aveva iniziato a fare uso di ormoni, come il testosterone: da lì il suo carattere è iniziato a cambiare e il nostro rapporto, così come quello tra lui e i nostri genitori, ha iniziato a deteriorarsi». Suo fratello Benno era andato da un medico a San Marino per una consulenza.
Nel 2013 Benno ha un litigio in famiglia e la sorella finisce in ospedale. In estate il fratello ha avuto due crisi psicotiche. La prima a luglio a Ulm, che comporta un ricovero coatto con diagnosi di schizofrenia paranoide. Successivamente a Bolzano, il 30 luglio, la squadra volante della questura, chiamata dal 118, deve intervenire nei confronti dell’indagato, descritto come persona instabile che rifiuta ogni tipo di collaborazione con i sanitari. Ai genitori viene consigliato di richiudersi nella loro stanza nelle ore notturne.