Cosa fare quando la marmellata rilascia gas all’apertura? Bisogna scartarla e non assaggiarla per nessun motivo. In caso contrario si corre il rischio di incorrere nel botulismo. L’intossicazione si manifesta a distanza di molte ore dall’ingestione del cibo contaminato. A volte anche una settimana dicono dal Centro Antiveleni di Pavia. «La tossina botulinica – spiegano gli esperti – danneggia la trasmissione nervosa. I primi sintomi sono spesso sottovalutati perchè lievi, e sono nausea, diarrea, vomito, dolori addominali». In genere l’allarme scatta in una seconda fase quando si presentano i sintomi neurologici che riguardano i nervi cranici: secchezza della bocca, difficoltà a deglutire o parlare, offuscamento visivo, difficoltà a mettere a fuoco, ptosi della palpebra, che cioè non si riesce a sollevare. Un sintomo che obbliga a camminare con il capo rialzato per poter vedere davanti a sè. Fino ad arrivare alla paresi facciale e all’insufficienza respiratoria.
Cosa fare quando la marmellata rilascia gas all’apertura?
Come si ci può difendere dal botulismo quando si prepara la marmellata? Esiste un vero e proprio decalogo per preparare la marmellata a casa senza incorrere nel botulismo. Eccolo. Scegliere frutta di prima qualità. Lavare bene le mani, anche sotto le unghie. Lavare bene la frutta. Fare bollire i contenitori per almeno 10 minuti per sterilizzarli. Preparare la marmellata utilizzando una quantità di zucchero pari al 50% del peso della frutta. Quando si aprono le conserve stare molto attenti se hanno il coperchio rigonfio, se rilasciano gas all’apertura, se presentano bollicine o cattivi odori perché sono tutti segni di proliferazione batterica. Negli insaccati fare attenzione alla comparsa di zone di colore verdastro.
Cosa fare quando si incorre nel botulismo? Quando viene diagnosticato il botulismo i medici intervengono sui sintomi e, nei casi gravi, somministrano un’antitossina specifica che serve a limitare il legame della tossina con le terminazioni nervose. L’efficacia è elevata se somministrata tempestivamente. La ripresa è lunga, ci vogliono settimane o mesi. Ma se non ci sono complicanze, ad esempio urologiche o gastrointestinali, la malattia è completamente reversibile. Il botulino può essere presente in cibi inscatolati o conservati, soprattutto di produzione domestica ma anche, in qualche caso, industriale. Le conserve preparate in casa sono uno dei prodotti in cui più facilmente si può rischiare la presenza della tossina botulinica. Il contenuto in sale contribuisce a controllare lo sviluppo del batterio.
Quali sono gli alimenti a rischio botulismo? Gli alimenti cui prestare attenzione perché considerati a maggior rischio botulismo sono i seguenti. Salse con abbondante olio come ad esempio il pesto fatto in casa. Le conserve di vegetali sott’olio e gli insaccati insieme alle carni affumicate. Le conserve a base di pesce o carne in scatola. Il mascarpone. I formaggi spalmabili o a pasta molle. Le marmellate e le conserve con buone quantità di zucchero o di sale, invece, insieme ai cibi sotto spirito, le conserve sotto sale o in salamoia, non rappresentano un rischio. Non sono a rischio nemmeno i formaggi a lunga stagionatura perché in genere vengono sottoposti anche a rigidi controlli. Il botulismo alimentare è raro, ma rappresenta una patologia grave per cui è bene conoscerne sintomi e metodi di prevenzione.