Con un accorato appello così il Sindaco Giuseppe Muffoletto scrive a difesa dei suoi 14 impiegati Asu, e con loro a tutti coloro che vivono la stessa condizione lavorativa: “Non sono figli di un “dio minore”, di serie “B”.
Sono figli dell’unico dio, al pari di me e di tutti gli altri.
E se così è , e lo è, anche loro hanno diritto di trovare nella politica, quella politica che li ha inventati, una risposta , non più procrastinabile, che metta fine allo stato di precarietà lavorativa nel quale sono costretti a vivere non so più da quanti anni.
Sto parlando dei cosiddetti ASU , cioè delle migliaia di uomini e donne impegnati in attività socialmente utili.
A costoro è riservato un assegno mensile da fame, assolutamente inadeguato rispetto alle ineludibili necessità imposte dalla vita.
Non è infrequente il caso che tale assegno costituisca l’unica fonte reddituale per un intero nucleo familiare .
Con ogni intuibile conseguenza anche sotto il profilo della prostrazione psicologica .
Nel mio Comune ne ho 14 .
A loro sono affidati tanti servizi assolutamente rilevanti sotto il profilo della utilità pubblica: dal servizio di assistenza agli anziani ai servizi cimiteriali , dalla mensa scolastica al servizio idrico integrato , ai servizi demografici .
Oggi è il loro quarto giorno di astensione dalle attività cui sono destinati.
Ovviamente la protesta investe tutto il territorio regionale.
Ho l”impressione, però, che stia passando in sordina .
E ciò è mortificante !
Mostriamo disinteresse rispetto a una problematica che, al contrario, dovrebbe ricevere attenzione massima da parte delle Istituzioni .
Non lasciamoli soli.
Soprattutto noi Sindaci che alle loro braccia e alle loro menti abbiamo affidato la soluzione di tante emergenze di rilievo amministrativo e sociale”.