«Il sindaco sa che dall’1 febbraio 2016 Amap non gestiva più il servizio idrico a Cefalù. Assegnare un lavoro con la procedura d’urgenza, senza fare una gara, continuando a dare la colpa ad Amap non è legittimo. Auspico un intervento della corte dei conti». Lo afferma il presidente dell’Amap, Maria Prestiagiacomo, in una nota inviata alla nostra redazione. «Il Sindaco di Cefalù continua a diffamare Amap – vi si legge – e ritengo a questo punto che per tutelare l’Azienda il Consiglio di Amministrazione sarà costretto a ricorrere ancora una volta nelle sedi opportune. Io dico adesso basta».
Il Presidente dell’Amap informa i cittadini di Cefalù di quelle che lei stessa definisce “negligenze dell’amministrazione comunale”. «I Sindaci dei comuni Soci di Amap – scrive – hanno lottato nei consigli comunali per dare l’affidamento trentennale del servizio idrico ad Amap. Il Comune di Cefalù non ha mai fatto questo affidamento. Inoltre il tribunale delle imprese si è già espresso. Proprio per non avere fatto l’affidamento Cefalù non ha i titoli per essere socio». Maria Prestigiacomo interviene ancora su quanto accade a Cefalù. «Il Sindaco dimentica un particolare non di poco conto. Lui ha fatto svariate ordinanze ad Amap ma non ha mai fatto un impegno di spesa in bilancio per pagare Amap per i servizi che dovrebbe svolgere. Non venga a dirmi che si fa un ordinanza che poi dovrebbe essere pagata con la tariffa dei contribuenti perché non ha senso. Amap non possiede la banca data di Cefalù ed in ogni caso l’Ordinanza va legata all’impegno finanziario».
Il Presidente dell’Amap aggiunge, nella sua nota, di volere dare un dettaglio non di poco conto. «Ma Lapunzina non ha legato la sua campagna elettorale del 2012 alla gestione diretta da parte del Comune del Servizio Idrico integrato? Vorrei spiegato perché ha cambiato idea. Forse si è accorto che il servizio è troppo oneroso? Ma da cittadino cefaludese doveva saperlo già da prima! Diffido il Sindaco dal diffamare Amap».