Una delle opere più belle delle Madonie si conserva a Pollina. E’ un bassorilievo del Gagini che si conserva nella navata destra della chiesa madre. L’opera è custodita all’interno della cappella della Natività e raffigura la Natività. Un’iscrizione sulla mensa dell’altare informa che a farla realizzare è stata Margherita Minneci nel 1526. La bellezza dell’opera è universalmente riconosciuta. Gesù, Maria e Giuseppe sono disposti in una grotta sopra un’altare. I volti della Madonna, di Giuseppe e del Bambino conservano intatta la loro incantevole bellezza. Ha perso con il tempo i suoi colori la parte delle statue pitturata. Per alcuni studiosi nel passato potrebbero essere stati asportati gli arabeschi che ornavano i mantelli della Madonna e di Giuseppe.
Le statue sono a grandezza naturale. Maria e Giuseppe appaiono in mistica adorazione. Il Santo Bambino è di straordinaria bellezza. La Cappella presepistica è stata posta nel transetto laterale di destra dell’artistico Duomo di Pollina. Alla fine degli anni l’opera è stata reastaurata grazie all’arciprete Don Nicola Cinquegrani. Nel 1998 i lavori di restauro sono stati affidati al maestro Gaetano Correnti da Misilmeri. Il tutto è stato ultimato a termine nell’Anno giubilare 2000.
La cappella è oggi racchiusa come in uno scrigno prezioso da una artistica cancellata in ferro battuto di epoca successiva al ‘500. Oltre al prezioso capolavoro gaginiano la Cappella, “unicum” per il particolare impianto monumentale, si presenta, dopo il restauro, assai valorizzata nelle pregevoli pitture ed affreschi, ritornati allo splendore antico, che datano, presumibilmente, tra il tardo ‘500 e il XVII secolo. Nei riquadri pittorici delle pareti della Cappella sono raffigurati i misteri gaudiosi del santo Rosario. Sul soffitto, invece, “a cielo di carrozza” con lunette laterali, al centro, in un medaglione, grandeggia l’immagine della Vergine Maria Immacolata. Un mistero avvolge la straordinaria bellezza artistica e la profondità teologica di tutto ciò che visivamente è rappresentato in questo santuario della Natività pollinese: attorno alla Colomba, che raffigura lo Spirito Santo, posta nella nicchia, a ridosso della Gesù, Maria e Giuseppe fanno da corona una serie di putti dal volto strano. Sono volti di angioletti dai chiari tratti della sindrome di Down. La fattura di questi putti è, senza ombra di dubbio, successiva alla esecuzione delle Statue cinquecentesche. Sono, infatti, realizzati con dei gessi di stucco dorato così come la Colomba dello Spirito Santo. Con ogni probabilità sono opere del ‘600. Anche la Cappella della Natività, infatti, ha subito la barocchizzazione che hanno subito tante chiese. E così a Pollina oltre a coprire gli antichi affreschi cinquecenteschi con le attuali pitture seecentesche a ‘tempere speciali’ e a olio, stuccatori locali vollero aggiungere questa strana corona di “putti affetti da mongolismo”. A primo acchitto è assai difficile dare una giustificazione a tali “strani stucchi”. Nessun atto di commissione di detti “putti down” è stato mai trovato nell’Archivio Parrocchiale di Pollina. Con molta probabilità sono frutto di un ex voto, eseguito dallo stuccatore su commissione della nobile famiglia pollinese, forse i Minneci. Si racconta, infatti, che in questa famiglia di committenti della Cappella vi era la presenza di un figlioletto affetto dalla sindrome di Down. Una risposta al nodo della corona di putti down che tuttavia rimane per sempre un mistero!
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