Ente Parco delle Madonie – Con una nota apparsa sulla pagina social dell’Ente, il Presidente Angelo Merlino, intende fare chiarezza circa lo stato dell’arte relativo alle attività di selecontrollo sulla popolazione degli ungulati (Daini).
I Daini
L’areale del daino per tutta l’Europa centrale ed occidentale è da ritenersi completamente artificiale. La specie infatti è originaria delle terre che si affacciano sulla sponda più orientale del Mediterraneo. Da qui, sin da epoca storica, è stata ripetutamente introdotta in diverse aree del continente Europeo, inclusa l’Italia.
In Sicilia sono state infatti introdotte circa trent’anni fa alcune specie di Ungulati selvatici.
Nella seconda metà del secolo scorso è stata effettuata l’introduzione di Daino (Dama dama) e Cinghiale (a diverso grado ibridato con maiale), senza alcuna pianificazione e con finalità tutt’altro che conservazionistiche. Ciò ha fatto registrare una continua crescita delle popolazioni, a causa soprattutto della mancanza nell’isola di competitori naturali per tali specie, generando inevitabilmente impatti ecologici e crescente preoccupazione per il mantenimento dei delicati equilibri degli ecosistemi del Parco.
Il primo nucleo di daino nel territorio madonita
è stato introdotto in località Piano Formaggio (Piano Zucchi, Isnello) in un‘area recintata costruita nel 1978 con estensione di circa 100 ettari. Esso era composto da sette esemplari (cinque femmine e due maschi) provenienti da Villa Giulia di Palermo o da allevamenti calabresi.
Nei succitati documenti si riporta che tra il febbraio ed il maggio del 1996, a causa della caduta di un masso che comportò la rottura dei recinti, i daini fuggirono, rimanendo comunque circoscritti nel Parco delle Madonie e nella Riserva Naturale di Ficuzza.
Il problema degli ungulati alloctoni introdotti recentemente è divenuta una priorità nelle politiche di conservazione della biodiversità di molti paesi europei. Soprattutto nei casi in cui la presenza di tali specie comporta effettivi e seri impatti negativi per le specie autoctone e per gli ecosistemi.
Tra i tanti documenti, “Strategia Europea in merito alle specie aliene invasive” (Genovesi & Shine 2004 ).
In merito a tali considerazioni, vanno però richiamate le finalità e gli obiettivi che l’Ente Parco deve porsi in modo prioritario ed esclusivo in qualità di gestore dell’area protetta. Obiettivi che sono quelle di conservare e migliorare l’intero complesso naturalistico e lo stato degli ecosistemi, pianificando ed intervenendo, se necessario, anche attraverso forme di gestione e controllo sulle specie faunistiche in evidente squilibrio ecologico.
La massiccia crescita numerica del daino nell’ultimo decennio fa ritenere assolutamente necessario per il futuro conservazionistico degli habitat naturali, semi – naturali ed agricoli del Parco delle Madonie, azioni di contenimento della specie, che contribuiranno certamente per ristabilire gli equilibri.
Con il presente comunicato si intende richiamare al fatto che, tutte le operazioni svolte sono realizzate nell’alveo della legge e dei regolamenti, specificatamente il Piano in questione è stato approvato nell’ordine:
– dal Consiglio Regionale per la Protezione del Patrimonio Naturale.
– di ISPRA.
– Servizio 3 Gestione Faunistica del Territorio – U.O.1 – Tutela del Patrimonio faunistico siciliano ed Esercizio venatorio del Dipartimento Regionale dello Sviluppo Rurale e Territoriale, “in conformità ed alle condizioni di cui alle premesse, l’Ente Parco delle Madonie è autorizzato ad attuare il Piano di gestione della popolazione di Daino (Dama dama) nel Parco delle Madonie per il periodo 2021-2025, all’interno del comprensorio interessato dal Parco medesimo con l’obbligo di operare secondo
le procedure previste nel Piano stesso”.
Ente Parco delle Madonie, circa l’utilizzo di munizioni al piombo
un materiale altamente tossico e inquinante, si vuole rassicurare che come riportato dal Piano di Gestione, sono espressamente vietate. Le uniche tipologie di munizionamento permesse sono quelle di natura atossica.
In chiusura si vuole richiamare l’attenzione sulla problematica della fauna selvatica in soprannumero, che senza un predatore naturale è fonte di notevoli problematiche sia di natura ecologica che di quella economica.
La ricomposizione degli squilibri ecologici accertati dall’Ente Parco è una finalità espressamente prevista dalla Legge.
Il Parco nella qualità di Ente gestore dell’area protetta deve farsi carico di trovare tutte le soluzioni utili affinché si possano coniugare esigenze di protezione con altrettante importanti esigenze di sviluppo imprenditoriale e lavorativo.
Il Presidente del Parco delle Madonie Unesco GGN
Dott. For. Merlino Angelo, PhD